Il cashmere: una tradizione che diventa innovazione

Come rendere contemporanea una tradizione secolare? La parola è sostenibilità: un regalo che la generazione presente fa a quelle future

Se nelle conversazioni di ogni giorno c’è poca chiarezza, invece la Treccani alla parola sostenibilità sa essere univoca e incisiva: sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri. La sostenibilità è una dinamica, un moto, una rotta, che si muove dall’oggi al domani, e dalla tradizione all’innovazione. Su questa distanza marciano oggi moltissimi produttori, quelli di automobili e di matite colorate, di vino o di maglieria in cashmere.

Nessuna azienda e nessuno di noi vorrebbe vedersi additare come muro contro il quale si infrangono i sogni di una generazione, per questo l’attenzione alla sostenibilità non è una moda, ma è in crescita costante e naturale. Certo, richiede qualche sforzo, per chi acquista e per chi vende. Ma la sostenibilità è un gioco di squadra.

Prendiamo il cashmere, ottimo esempio di prodotto complesso
Perché complesso? La sua produzione tocca sia il tema degli allevamenti animali che elementi di ecologia ambientale, di etica del lavoro e di inquinamento.

Di chi ci si può fidare? I brand membri del Cashmere and Camel Hair Manufacturing Institute (Ccmi) sono una buona garanzia: l’organo protegge i consumatori, i produttori seri e i rivenditori dalle frodi sul cashmere. Si va dall’etichettatura corretta e trasparente dei capi al controllo dei prezzi del loro autentico valore (offerte strabilianti devono sempre allarmare, perché qualcuno nella filiera quel prezzo lo sta pagando al posto vostro, o più semplicemente siete vittime di una fregatura).

Il Ccmi ha preso un’antica tradizione manifatturiera di lavorazione di capi in cashmere portandola nel futuro. Si occupa di mantenere alti standard qualitativi senza in alcun modo minare la salute o il benessere degli animali e che, al tempo stesso, mira a creare una sostenibilità sociale creando un nuovo tessuto economico in realtà devastate da guerra e povertà.

Ne sa qualcosa Falconeri, membro del Ccmi
Da anni produce la sua maglieria seguendo rigide norme etico-ambientali. La produzione di tutti i capi del marchio è sottoposta a un controllo capillare che ambisce a mantenere una qualità eccelsa, sempre nel rispetto dell’ambiente e degli animali.

Quella di Falconeri è una missione che va anche oltre la filiera produttiva: in una nuova iniziativa ricicla il cashmere dei capi dismessi offrendo al consumatore buoni acquisto e la certezza che il suo shopping avrà un impatto positivo sull’ecosistema. In poche parole, pochi sprechi, qualità e nessuno sfruttamento inutile delle risorse naturali e delle materie prime. La sostenibilità certificata non è mai una fregatura.

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