Dodicenne morta in ospedale a Bari: in sala mancava il necessario

Dodicenne morta in ospedale a Bari: caso di malasanità

Dietro la morte di una ragazza di 12 anni c’è, probabilmente, un altro caso di malasanità. L’adolescente si era recata all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari per poter essere operata al femore. Una consulenza depositata al Tribunale di Bari sosterrebbe che la giovane sia morta perché in sala operatoria mancavano strumenti di base come il termometro e il farmaco che le avrebbe salvato la vita.

La vicenda risale al 19 Settembre del 2019, quando Zaray Tatiana Coratella Gadaleta, era arrivata in ospedale per sottoporsi ad un’operazione al femore. Durante l’intervento, però, si sarebbero riscontrate delle anomalie. I medici, non si sono accorti che il valore del CPK (creatinfosfochinasi) non era corretto. Questo valore avrebbe indicato la possibilità di una ipertermia maligna, la patologia che ha poi effettivamente causato la morte della 12enne.

Dodicenne morta in ospedale a Bari

Leonardo Milella, primario dell’ospedale, sarebbe intervenuto per l’aggravarsi dell’operazione e avrebbe erroneamente diagnosticato una tromboembolia polmonare.

Solo dopo tre ore d’intervento i medici hanno compreso che si trattava di una ipertermia maligna. Se all’interno della sala operatoria ci fosse stato un termometro, probabilmente, sarebbe stato possibile effettuare la corretta diagnosi. Inoltre, anche il farmaco che avrebbe potuto salvare la vita alla ragazza non era in sala e del tempo prezioso è stato perso per andare a reperirlo nella farmacia dell’ospedale.

L’anestesista Vito De Rienzo, accusato di omicidio colposo, ha chiesto il patteggiamento a 14 mesi della pena. Secondo la consulenza medico-legale, De Rienzo, avrebbe dovuto optare per una tecnica anestesiologica priva di “agenti scatenanti”. Per il primario Milella, si sta invece valutando il rinvio a giudizio.

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