Amazon e Facebook si alleano nella lotta ai deepfake

La Deepfake Detection Challenge partirà a dicembre e ci sarà anche un po’ d’Italia con Luisa Verdoliva dell’Università Federico II di Napoli

(Foto: Deepfake Detection Challenge)

Amazon Web Services entra ufficialmente a far parte della truppa della Deepfake Detection Challenge sia come partner tecnico sia come membro del comitato che supervisionerà questa singolare e utilissima iniziativa. Una valida mano per Facebook, in prima linea sin dal giorno zero di questo progetto.

La partnership iniziale ha coinvolto infatti, tra gli altri, non soltanto il gigante dei social network ma anche Microsoft, il New York Times, l’Università di Oxford e il Mit. Dalle casse di Mark Zuckerberg erano stati stanziati inizialmente dieci milioni di dollari (circa 9 milioni di euro) per compiere il grande sforzo e combattere frontalmente una delle più profonde piaghe del web moderno.

L’iniziativa Deepfake Detection Challenge (DFDC) punterà a creare strumenti open source che potranno essere sfruttati liberamente da società, organizzazioni media e di sicurezza nonché da governi. Lo scopo di questi tool sarà poter rilevare un filmato alterato attraverso questa tecnologia che è nota ai più soltanto per i video per adulti, ma che in realtà nasconde pericoli molto più profondi e ancora in parte da esplorare. Soprattutto in vista di un fondamentale appuntamento della politica globale come le Presidenziali Usa 2020.

Se Facebook si era impegnata anche per ingaggiare attori per produrre circa 100000 video di test (già 5000 quelli consegnati) che potessero migliorare lo sviluppo degli strumenti di difesa, Amazon offrirà i propri esperti di machine learning per il supporto tecnico e un milione di dollari in credito Amazon Web Services ai team che necessitano di spazio cloud per le sperimentazioni.

D’altra parte, il modo migliore di combattere i deepfake è agire allo stesso modo dando in pasto tonnellate di dati agli strumenti di analisi per comprendere al meglio come funzionano gli algoritmi, le intelligenze artificiali e i sistemi per falsificare i video. Lo scorso giugno, l’Usc Information Sciences Institute aveva creato un tool per rilevare video falsi con un’accuratezza del 96% dopo aver elaborato oltre 1000 filmati contraffatti.

Tra l’altro, il tem del Challenge vedrà anche un po’ d’Italia visto che oltre a Laura Leal-Taixé della Technical University of Munich entrerà ufficialmente anche Luisa Verdoliva dell’Università Federico II di Napoli. Il lancio ufficiale della competizione avverrà il prossimo dicembre.

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