Aggressione Niccolò Bettarini, il procuratore: “Volevano ucciderlo”

Niccolò Bettarini aggressione

A distanza di più di un anno dall’aggressione di Niccolò Bettarini, il procuratore generale afferma che secondo lui si trattò di tentato omicidio.

Aggressione a Niccolò Bettarini: tentato omicidio

Il giovane, figlio di Simona Ventura e dell’ex calciatore Stefano Bettarini, aveva subito un accoltellamento fuori dalla discoteca Old Fashion di Milano dopo una serata con amici. Si era costituito parte civile per prendere parte al processo contro i suoi aggressori. Inizialmente questi si erano avvalsi della facoltà di non rispondere, poi però i giudici gli hanno inflitto diverse condanne in primo grado. Queste comprendevano pene tra i 5 e i 9 anni con rito abbreviato. Ma Niccolò, quando ne aveva visto in particolare uno uscire dal carcere con il permesso di lavoro, era andato su tutte le furie.

In un video aveva anche denunciato l’ingiustizia della giustizia italiana, e accusato il suo legale di averlo abbandonato.

Ma il sostituto procuratore generale Giulio Benedetti ha chiesto una revisione della sentenza del gup per un, a suo parere, errore di calcolo.

Ha infatti affermato che le gravi ferite e i colpi inferti al ragazzo in prossimità degli organi vitali, in un luogo poco illuminato e da persone sconosciute di cui una armata, configurano un vero e proprio tentato omicidio. Non una semplice aggressione o rissa come l’episodio era sempre stato definito.

Dopo quella sera, Bettarini junior era stato operato d’urgenza all’Ospedale Niguarda. L’intervento in questione riguardava la ricostruzione del nervo dell’arto superiore. Dopo la revisione della sentenza da parte del procuratore generale, nel processo potrebbero intervenire nuovi sviluppi.


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