F1, Mondiale 2019: Ferrari veloce ma non perfetta e la Mercedes continua a vincere

Il lunedì, come spesso si è detto, è dedicato ai bilanci. Il Mondiale 2019 di F1 non fa eccezione in questo e il britannico Lewis Hamilton, a segno per la decima volta in stagione (successo n.83 in carriera per lui), è sempre più vicino al titolo iridato. Nel prossimo weekend si andrà ad Austin (Stati Uniti) e a LH44 basterà arrivare ottavo, anche in caso di successo del finlandese Valtteri Bottas, per centrare il suo sesto titolo iridato. Un campionato, dunque, prossimo ai titoli di coda, che di fatto era andato in ghiaccio già questa estate, per la sequenza vincente delle Mercedes.

Dopo la pausa, però, Ferrari si è presentata in grande forma e le sei ultime pole position consecutive lo testimoniano chiaramente. La SF90, spinta da un motore altamente performante, ha trovato la quadra nel giro secco e le nove partenze totali dalla p.1 del Cavallino Rampante, contro le otto delle Frecce d’Argento (ferme all’ultimo centro nel time-attack in Germania), testimoniano questa velocità. Tuttavia, i punti si fanno in gara e la Rossa ha raccolto solo tre vittorie (Spa, Monza e Singapore). Per quale motivo esiste questa forte discrepanza? Il discorso va analizzato in due aspetti:


MOTIVAZIONI TECNICHE

Le Frecce d’Argento, seppur in maniera meno evidente rispetto all’inizio del campionato, conservano un vantaggio nei confronti del Cavallino in termini di costanza di rendimento in gara. La W10 è macchina dotata di un grande carico aerodinamico e questo si riflette su una gestione delle mescole migliori. Hamilton, trionfante a Città del Messico, si è potuto prendere l’azzardo di anticipare tanto la sua unica sosta, montare le hard, senza avere dei cali significativi, e rispondere al ritorno di Sebastian Vettel, in pista con gomme più “fresche”. Una situazione che, in qualche modo, si era già presentata a Sochi (Russia), con le Rosse costrette a fermarsi prima e le Mercedes in pista più a lungo, beneficiando della Virtual Safety Car.

MOTIVAZIONI GESTIONALI E STRATEGICHE

In Messico le scelte compiute dal box della Ferrari non hanno convinto. La strategia delle due soste per il monegasco Chales Leclerc si è rivelata un buco nell’acqua. Certo, non era facile su due piedi sapere come sarebbe stato il degrado, decisamente inferiore rispetto alle indicazioni delle prove libere. Tuttavia, i tempi dell’olandese Max Verstappen e dell’australiano Daniel Ricciardo con le gomme dure erano parametri evidenti (come sottolineato dal Team Principal della Mercedes Toto Wolff) e dunque perché preoccuparsi del britannico Alexander Albon? Il 22enne del Principato, poi, è stato anche svantaggiato da un secondo stop molto lungo, che lo ha ulteriormente danneggiato. Critiche che ci possono stare anche per la gestione di corsa di Vettel, rimasto sul tracciato troppo a lungo e svantaggiato a conti fatti anche da una situazione sfortunata con i doppiaggi. Rispondere immediatamente a Lewis avrebbe dovuto rappresentare una soluzione, per provare a mettergli le ruote davanti e costringere il britannico a cercare il sorpasso in pista, cosa tutt’altro che facile.

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In buona sostanza, la Ferrari è veloce ma non perfetta e per vincere contro Lewis e le Frecce d’Argento è necessario migliorare la gestione tecnica in gara e anche la lettura di alcune situazioni. Ovviamente, nessuno vuole incarnare la figura de “L’ingegnere del giorno dopo”, per dirla come Enzo Ferrari, ma ci sono delle criticità da affrontare e risolvere in ottica 2020, perché avere una monoposto performante non basta per imporsi.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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