25 anni fa Wired pubblicava il primo banner della storia del web

Sono passati 25 anni dalla pubblicazione del primo banner pubblicitario. E da allora agenzie creative e centri media hanno inventato nuovi strumenti

Il primo banner pubblicitario pubblicato online (fonte : Wired US)

Il 29 ottobre ricorre l’anniversario della prima trasmissione di dati tramite internet. E qualche giorno prima, il 27 ottobre per l’esattezza, si è celebrato il 25esimo compleanno del primo banner pubblicitario online. Correva l’anno 1994 quando sul sito di Wired Us, che all’epoca si chiamava HotWired, compariva un rettangolo di 460 x 60 pixel. Con una frase multicolor: “Hai mai cliccato qui con il mouse? Lo farai”.

L’inserzione della compagnia telefonica statunitense At&t all’epoca costò 60mila dollari e diede il via a una nuova era che rivoluzionò il mondo della pubblicità. Il termine banner ad fu inventato da Wired 25 anni fa all’alba di un mercato online che oggi in Italia, secondo Engage, si aggira attorno ai 3,2 miliardi di euro annui.

Dopo i banner fu la volta dei pop-up pubblicitari, piccole finestre del browser che si aprivano mostrando il loro contenuto e catturando l’attenzione dell’utente, ma anche invadendo prepotentemente il desktop. A inventare questo fastidiosissimo metodo di fare pubblicità è stato Ethan Zuckerman che nel 2014, all’interno del suo articolo Il peccato originale di internet, si è scusato per la sua invenzione.

È stata Google nel 2000 a intuire il vero potenziale del mondo degli advertising online e da allora ha iniziato a vendere inserzioni a pagamento attraverso AdWords. Nel 2006, dopo aver acquisito YouTube, le pubblicità online sono diventate un vero e proprio marchio di fabbrica che garantisce tuttora introiti a Big G.

Col passare del tempo e l’avvento dei social network le pubblicità hanno trovato il loro spazio anche in questo nuovo mondo. Nel 2007 Facebook ha introdotto per la prima volta la sponsorizzazione di un post. Anche Twitter si è dedicata alle pubblicità online anche se, recentemente, si è scoperto che la piattaforma prediligeva far visualizzare le pubblicità agli utenti meno popolari lasciando così in pace quelli con un elevato numero di follower.

Ultimi ma non meno importanti in questo campo sono gli influencer che fungono da “banner viventi”, dando maggiore visibilità a dei prodotti con un nuovo modo di fare pubblicità, che ha richiesto l’intervento dei regolatori.

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