I filtri delle sigarette sono una sciagura per l’ambiente e andrebbero banditi

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(credit: Pixabay)

L’inquinamento da plastiche e microplastiche è sotto gli occhi di tutti, ma nonostante questo ci stiamo dimenticando di uno dei rifiuti (di plastica) più pervasivo in assoluto: i filtri delle sigarette. A ricordarci la loro pericolosità ambientale (nonché la sostanziale inutilità come forma di tutela della salute dei fumatori) sono May van Schalkwyk della London School of Hygiene and Tropical Medicine di Londra, e Thomas Novotny e Martin McKee della San Diego State University School of Public Health in California, in un editoriale da poco pubblicato sul British Medical Journal (BMC).

Tutti gli inganni dei filtri delle sigarette

I filtri delle sigarette sono stati introdotti negli anni ‘50 del secolo scorso per indurre un falso senso di sicurezza nei fumatori, sostengono gli autori dell’editoriale. Si diceva che servissero per assorbire parte delle sostanze tossiche derivate dalla combustione del tabacco, che avrebbero reso le sigarette più sicure. “Ma ora sappiamo che questo argomento sulla sicurezza era un mito, uno dei tanti creati dall’industria del tabacco per vendere sigarette”, scrivono gli esperti.

La maggior parte dei filtri è fatta di acetato di cellulosa, cioè plastica non biodegradabile. E tenendo conto del fatto che secondo l’industria del tabacco sono circa 6,5 trilioni le sigarette vendute ogni anno, si parla un sacco di plastica non biodegradabile – letteralmente di milioni di tonnellate in circolazione.

E, sostengono i ricercatori, nessuno ha mai imputato ai colossi del tabagismo l’impatto ambientale dei loro prodotti, quando invece stoccaggio e smaltimento di questi rifiuti sono assai dispendiosi in termini economici.

L’ occasione mancata della Direttiva europea sulle plastiche monouso

La nuova Direttiva europea che vieta la vendita di prodotti di plastica monouso dal 2021 poteva essere l’occasione giusta per iniziare a fare qualcosa, e invece si è rivelata più che altro un’occasione mancata visto che i filtri di sigaretta non sono contemplati.

Eppure è tempo che gli stati intraprendano azioni coraggiose, sferzano Novotny e i suoi colleghi. Urgono provvedimenti radicali, che uniscano gli sforzi a difesa della salute pubblica con quelli a difesa del pianeta.

Più tasse su filtri e cartine

Di certo è ancora poca cosa, ma intanto in Italia nella bozza della nuova manovra finanziaria il Governo ha introdotto una microtassa su cartine e filtri per le sigarette fai da te, quelle da arrotolare: un’imposta sul consumo di 0,005 euro al pezzo (che nel caso di una confezione da 50 cartine, per esempio, corrisponderebbe a 25 centesimi). Inoltre, l’accisa minima sui tabacchi lavorati dovrebbe aumentare di 5 euro, così come aumenterà l’aliquota dell’accisa per tutti i prodotti dai sigari al tabacco trinciato. Gli unici prodotti da fumo risparmiati saranno le sigarette elettroniche.

Riferimenti: BMC

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