Agguato nel Gargano: ucciso uomo ritenuto a capo di clan mafioso

É morto in un agguato nel Gargano un uomo considerato ai vertici di un clan mafioso: almeno nove i proiettili che l’hanno colpito.

Agguato nel Gargano

É stato ucciso in un agguato Pasquale Ricucci, 45enne ritenuto un elemento di spicco di un clan mafioso del Gargano. L’omicidio è stato ultimato in via San Pietro, nella frazione Macchia di Monte Sant’Angelo.

Agguato nel Gargano

Gli investigatori lo ritengono ai vertici del clan Lombardi-Ricucci-La Torre, erede dei Romito. Questi sono da sempre in lotta con le famiglie Li Bergoli-Miucci, anche se non è ancora chiaro chi sia stato il mandante dell’uccisione. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo era in piedi sotto casa sua quando è stato raggiunto da almeno nove colpi di pistola sparati dai sicari.

Sul posto sono giunti il medico legale e i Carabinieri del reparto operativo, che hanno isolato l’area del delitto per effettuare i rilievi necessari.

Ricucci, noto come “Fic Sicc” era stato arrestato dai militari a maggio 2017 per detenzione e porto abusivo di armi. Dopo essere sfuggito ai Carabinieri che lo avevano sorpreso in assetto da rapina, si era presentato di sua sponte da loro insieme al suo legale. Qui si era consegnato spontaneamente.

I clan del Gargano

Il suo omicidio potrebbe inquadrarsi nella decennale faida del Gargano, una guerra tra clan che ha causato tantissimi morti. Tutto deriverebbe da un originario scontro tra pastori che si contendevano il controllo del territorio, sfociato poi negli ultimi decenni in traffico di droga ed estorsioni. Dagli anni Ottanta ad oggi sarebbero 300 le morti causate, con il fronte più caldo che si è consumato a Vieste. Qui nel 2015 si verificarono una quindicina tra omicidi, agguati falliti e lupare bianche tra i vari clan.

Fic Sicc è il terzo uomo ucciso nel 2019 nell’ambito della mafia garganica.

I suoi due predecessori sono Francesco Pio Gentile e Girolamo Perna. Secondo gli investigatori il suo omicidio sarebbe stato progettato dal 2018. In una conversazione tra Giovanni Caterino, ritenuto vicino al clan avversario e ora in carcere, e dei suoi compagni, si sarebbe parlato infatti di un attentato ai danni di Pasquale. L’idea sarebbe stata quella di mettere una bomba sotto la sua auto.

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