Il singhiozzo dei neonati? Aiuta lo sviluppo del cervello

singhiozzo

 

(Foto via Pixabay)

Perché ai neonati viene il singhiozzo? Una ipotesi arriva oggi da uno studio pubblicato su Clinical Neurophysiology e basato su risonanze magnetiche eseguite sul cervello dei bambini. Secondo quanto racconato i ricercatori con il singhiozzo si attivano un gran numero di segnali nel cervello che potrebbero aiutare il neonato a imparare come regolare la propria respirazione.

Perché i neonati hanno il singhiozzo?

Come ha spiegato Kimberley Whitehead, autrice principale della ricerca, il motivo per cui ci viene in singhiozzo non è ancora del tutto chiaro. Secondo quanto riferisce la Società italiana di pediatria (Sip) crisi di pianto e avidità nell’assunzione di cibo (che possono far ingurgitare più aria) o immaturità del sistema digerente potrebbero essere trai i responsabili del singhiozzo, un sintomo generalmente da considerare innocuo e transitorio. Ma potrebbero esserci altri motivi dietro la sua insorgenza. Dal momento che i bambini e i neonati lo hanno di frequente – i nati prematuramente possono passare circa 15 minuti ogni giorno con il singhiozzo – potrebbe essere collegato allo sviluppo del nostro cervello, ipotizzano oggi gli scienziati. Il singhiozzo inoltre è uno dei primi segnali di attività in un feto, osservabile nell’utero solamente dopo nove settimane di gestazione.

Lo studio

Durante la ricerca, il team ha studiato 13 bambini in un reparto ospedaliero, sia prematuri che non, e che avevano avuto una gestazione compresa tra le 30 e le 42 settimane. I ricercatori hanno usato l’elettroencefalogramma per monitorare l’attività cerebrale dei neonati, mentre dei sensori di movimento erano usati sul loro torso per registrare quando avevano il singhiozzo. Combinando le diverse osservazioni, è emerso che le contrazioni del diaframma causate dal singhiozzo producevano una risposta nella corteccia cerebrale. In particolare si osservano due forti impulsi cerebrali seguiti da un terzo. Questo terzo impulso era simile a quello causato da un suono, e, secondo i ricercatori potrebbe essere utilizzato dal cervello dei neonati per collegare il suono del singhiozzo alla sensazione del diaframma che si contrae, e sviluppare i collegamenti cerebrali necessari per processare input multisensoriali.

Il singhiozzo potrebbe aiutare a controllare la respirazione

“L’attività del singhiozzo potrebbe aiutare i bambini ad imparare a controllare i muscoli della respirazione, così che eventualmente respirare possa diventare un movimento volontario, eseguito contraendo il diaframma,” ha spiegato l’italiano Lorenzo Fabrizi, co-autore dello studio. Questo perché quando nasciamo, i circuiti cerebrali che processano le sensazioni non sono ancora completamente sviluppati. Completare questi collegamenti è quindi un processo fondamentale per i neonati. “I nostri risultati ci hanno portato a chiederci se il singhiozzo negli adulti, che sembra principalmente essere una cosa fastidiosa, potrebbe di fatto essere un residuo della nostra infanzia, di quando questo fenomeno aveva di fatto una funzione importante nello sviluppo del nostro cervello,” ha concluso Whitehead.

Riferimenti: Clinical Neurophysiology

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