L’omicidio è avvenuto a Trieste: una donna di origine ucraina ha ucciso il suo compagno e ha nascosto il cadavere in un sacco dell’immondizia.
Una donna di origine Ucraina ha ucciso il suo compagno e ha lasciato il suo cadavere in un sacco dell’immondizia sul terrazzo. Da quanto si apprende l’omicidio è avvenuto a Trieste al culmine di una lite violenta. Infatti, lei voleva fare ritorno al suo paese ma lui era contrario. Per questo motivo la donna avrebbe utilizzato le maniere forti per difendersi la scoperta dell’omicidio è avvenuta ad alcuni giorni di distanza grazie a un’intervento della Polizia. Da quanto si apprende, inoltre, la vittima è Libero Foti, trovato senza vita dalla Squadra mobile di Trieste coordinata dalla Procura della Repubblica. Sono in corso le indagini.
Uccide compagno: trovato cadavere sul terrazzo
Secondo le ultime ricostruzioni, l’omicidio sarebbe avvenuto lo scorso 12 ottobre. La donna ha ucciso il compagno nella loro casa in via del Veltro e ha nascosto il cadavere sul terrazzo.
Da quanto risulta, però, l’uomo l’avrebbe minacciata con un coltello al culmine di una lite. Alcuni vicini confermano di aver sentito un litigio. La donna, forse per difesa, avrebbe colpito l’uomo con una bottiglia, lo avrebbe soffocato all’interno di un sacco dell’immondizia e lo avrebbe colpito con una lama al collo e alla mano. Poi, una volta morto, la donna lo avrebbe inserito in alcuni sacchetti dell’immondizia e abbandonato sul balcone del terzo piano del palazzo. Da quel momento nessuno ha più visto la coppia. Infatti, una segnalazione dei vicini ha fatto scattare le indagini.
Il 2 novembre scorso la polizia ha rinvenuto il corpo di Libero Foti senza vita sul balcone. La donna, però, è partita per l’Ucraina dove si trova tutt’ora.
Sarebbe affetta da una malattia molto grave.
La confessione
La donna stessa avrebbe ammesso la sua colpevolezza, specificando di “avere agito per respingere dei tentativi dell’uomo di colpirla con un coltello”. Infatti, il compagno “si opponeva alla sua partenza” per l’Ucraina. Tuttavia, le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Trieste hanno permesso di localizzare la donna che risiede tuttora in Ucraina. Inoltre, hanno “consentito di fare luce sul fatto di sangue”.
