I segreti del successo (economico) di Fortnite

Con la sua formula di accesso gratuito e l’offerta di accessori, il videogioco della Epic Games incassa miliardi ed è diventato un fenomeno di spettacolo

dipendenza Fortnite
(Foto: Epic Games)

Partiamo da un dato: 1,2 miliardi di dollari di utili a 10 mesi dal lancio, avvenuto nel luglio 2017. Si tratta di una cifra notevole anche parlando di videogame, un’industria che a livello globale vale circa 120 miliardi. Ma che dire nel momento in cui si viene a sapere che il medesimo titolo, nel 2018, ha guadagnato altri 3 miliardi di dollari? Che è un successo epocale, anche se la vera sorpresa arriva quando si scopre che si tratta di un videogame gratuito. Non si compra in versione fisica, con una confezione, ma si scarica, gratis, da uno store online. Il suo nome, molti lo conoscono di sicuro, è Fortnite ed è sviluppato da Epic Games.

Non è certo la prima volta che un produttore adotta, per un suo gioco, la formula freemium: si scarica un titolo senza spendere un euro, ma poi si è invogliati, forse per i soldi risparmiati fino a quel momento, ad acquistare degli accessori virtuali per rendere l’esperienza più completa. A volte abbellimenti per i propri personaggi, altre nuovi livelli o modalità di gioco, altre ancora oggetti e armi aggiuntive. Pochi euro alla volta, ma si sa che tante gocce fanno un mare.

Fortnite è disponibile anche in versione mobile. Solo questa, è in grado di generare guadagni per 2 milioni di dollari al giorno.

Acquisti piccoli, guadagni grandi

La parola chiave, in questo caso, è micro-transazioni, da effettuare in un apposito shop interno al gioco, che si chiama, non a caso, Item Shop. La moneta accettata è il V-Buck, un espediente che ricorda un po’ (troppo?) le fiche dei casinò: denaro virtuale, che però si acquista con euro veri, e che sfalsa la percezione delle somme che si stanno investendo negli accessori. E così, con una spesa di 10 euro si acquistano 1000 V-Buck, sufficienti per acquistare una discreta arma come le Burning Blades (800 V-Buck), ma ben lontani dalla cifra richiesta per accaparrarsi il costume Dominio (1500) o quello Malice (2000).

A conti fatti, dunque, un costume di tendenza arriva a costare 10 o 20 euro. Si tratta di un accessorio che nulla aggiunge alle prestazioni del personaggio e qui, in fondo, risiede il vero segreto del successo di Fortnite. Nessuna meccanica intima delle partite può essere perturbata da un acquisto all’interno del gioco. Se si è bravi, si vince, altrimenti si incassano sonore sconfitte anche spendendo migliaia di euro.

In questo senso, Fortnite è un gioco molto democratico, con un gameplay così ben bilanciato da favorire l’abilità, senza mai cedere alla tentazione di favorire chi investe qualche spicciolo. Chi è ricco, chi investe denaro, al limite, può vantarsi di avere un personaggio più sfarzoso da vedere, o capace di eseguire dei balletti speciali per festeggiare una vittoria (e i balletti sono tra i tratti distintivi di questo gioco). Ma per il resto, Fortnite funziona come le maratone: puoi avere una canotta sgargiante e bellissima, ma senza fiato resti ultimo.

Un successo che dà spettacolo

E poi, come racconta Michael Hicky, analista di Benchmark Co., “è molto visualizzabile”, riferendosi a Fortnite e alla sua capacità di attirare youtuber sempre pronti a mostrarne le partite. Vuoi per la dinamica delle partite, che le trasforma in match adrenalinici da gustarsi in compagnia anche come semplici spettatori, o vuoi per la grafica dallo stile cartoon, capace di trasformare la violenza tipica del genere “battle royale” a cui il gioco di Epic Games appartiene, in contenuti abbordabili da un più ampio pubblico, Fortnite è un successo anche di visualizzazioni, con una media di 30 milioni di utenti incollati sui social network.

(Foto: Epic Games)

Quindi viene da dire che il segreto del successo di Fortnite è quello di non avere segreti, ma di mettere tutto alla luce del sole. Micro-transazioni che non offrono vantaggi tangibili ma solo ciò che si compra, cioè accessori virtuali. Nessun costo per giocare, con la possibilità di farlo senza limitazioni o cadendo trucchetti per spillare denaro. Grande accessibilità in termini di sistema di controllo, grafica e violenza. Vocazione alla condivisione anche per chi ama guardare chi gioca. E il risultato è che, oggi, Epic Games vale oltre 15 miliardi di dollari, di cui circa la metà dovuti proprio al suo gioco gratuito. Che detta così, suona davvero strano.

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