Con l’arrivo di Azzolina e Manfredi, il governo Conte è sempre più ‘sudista’

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Pierpaolo Scavuzzo / Agf

Il giuramento del governo Conte 

Ha un’impronta sempre più meridionale il Governo Conte II. Se prima dell’addio di Lorenzo Fioramonti c’era già una leggera predominanza di ministri originari del Sud, la separazione del ministero dell’Istruzione in due dicasteri (per la Scuola da una parte e per l’Università e la ricerca dall’altra) con la nomina di Lucia Azzolina e Gaetano Manfredi finisce per acuirla.

Oltre al premier pugliese, sono nati nel sud 12 ministri su 22. I campani sono 5: Luigi Di Maio, Sergio Costa, Enzo Amendola e Vincenzo Spadafora e, ora, Manfredi, originario di Ottaviano, nel Napoletano. I siciliani sono 4: Alfonso Bonafede, Giuseppe Provenzano, Nunzia Catalfo e ora la siracusana Azzolina.

I pugliesi 2: Francesco Boccia e Teresa Bellanova. I lucani 2: Roberto Speranza e Luciana Lamorgese.

I ministri del nord sono 8: i due lombardi Lorenzo Guerini e Elena Bonetti, Enrico Franceschini e Paola De Micheli dall’Emilia Romagna, Paola Pisano e Fabiana Dadone dal Piemonte, Federico D’Incà dal Veneto, Stefano Patuanelli da Trieste.
Resta un solo ministro romano: Roberto Gualtieri.

Restano a secco tre storiche regioni rosse: Toscana, Umbria e Marche. Senza ministri anche Liguria, Abruzzo, Calabria e Sardegna. 

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