Facebook non controllerà le fake news negli annunci politici

Menlo Park ha comunicato come si comporterà con le “political ads” in vista delle presidenziali Usa del 2020: continuerà a non controllare la veridicità dei contenuti, lasciando agli utenti il compito di capire se hanno a che fare con fake news per tutelare la libertà di espressione

(foto: Chip Somodevilla/Getty Images)

Facebook sta aggiornando il modo in cui pubblica gli annunci pubblicitari a sfondo politico sul social network in modo da aumentarne il livello di trasparenza e concedendo agli utenti un maggior controllo sugli annunci che vedono senza però controllare la veridicità di tali annunci.

A differenza di Twitter – che ha scelto di vietare ogni tipo di political ads – e di Google – che invece ha preferito limitare il targeting di questi annunci – Facebook continuerà a consentire alle campagne politiche di utilizzare il suo social network per indirizzare gli annunci pubblicitari senza verificarne l’effettiva veridicità dei contenuti, ma aumentandone la trasparenza in modo da lasciare all’utente-elettore il compito di individuare eventuali fake news.

Con un recente post sul blog di Facebook Rob Leathern, direttore della gestione dei prodotti di Facebook, spiega che “a differenza di Google, abbiamo scelto di non ridurre la targetizzazione di queste inserzioni”. Una scelta che potrebbe essere dettata dal portafogli, visto che oltre l’85% delle campagne pubblicitarie dei candidati alle presidenziali statunitensi usa Facebook per raggiungere i grandi gruppi di elettori. “Non pensiamo che le decisioni in merito agli annunci politici debbano essere prese da società private, motivo per cui stiamo sostenendo una regolamentazione applicabile in tutto il settore”, continua Leathern, aggiungendo che “in assenza di regolamentazione, Facebook e altre società sono lasciate a dover progettare le proprie policy”.

Pertanto Facebook ha deciso che sulla sua piattaforma gli utenti devono essere in grado di fare da pubblico a tutto quello che viene proposto da organismi politici: dalle verità più limpide alle bugie più torbide, tutto giocoforza entrerà nei News Feed (in un anno importante, soprattutto per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti). “Ciò non significa che i politici possano dire quello che vogliono nelle pubblicità su Facebook” ha sottolineato Leathern, spiegando che comunque tutti gli utenti dovranno attenersi agli standard della comunità di Facebook, che si applicano agli annunci e comprendono il divieto di hate speech, oltre che il ban di contenuti dannosi e di quelli progettati per intimidire gli elettori o impedirgli di esercitare il loro diritto al voto.

Senza fact-checking le campagne pubblicitarie diffamatorie che si basano su notizie false rischiano, ovviamente, di essere una potente arma di disinformazione di massa utile per confondere gli elettori (il caso Cambridge Analytica è lì a ricordarlo, d’altronde). Ma Menlo Park ha deciso di optare per un controllo più blando, adducendo che altrimenti finirebbe per mettere a rischio la libertà di espressione.

Facebook spera che gli utenti controllino ogni singola notizia che gli viene fornita verificandone le fonti e scoprendo da sé dove, quando e come i politici mentono; oppure che li ignorino completamente: la società ha scelto di consentire la possibilità di visualizzare meno annunci politici nel feed delle notizie.

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