Gli effetti dell’escalation in Iran sui social network

Le sanzioni imposte dagli Stati Uniti all’Iran stanno colpendo anche le piattaforme online. Instagram e GoFundMe si sono ritrovate a dover rimuovere post e campagne di raccolta fondi provenienti da account iraniani.

Trump durante la conferenza stampa sull’Iran (foto: ERIC BARADAT/AFP via Getty Images)

Le tensioni tra Stati Uniti e Iran hanno innescato un effetto domino che ha ripercussioni sulle piattaforme online e sui social network. Le sanzioni imposte dal presidente americano Donald Trump stanno obbligando le società di social media ad affrontare continue pressioni, per monitorare pesantemente le loro piattaforme senza però saper bene come muoversi correttamente.

Le sanzioni che Teheran ha subito in questi anni hanno portato spesso le piattaforme online a limitare il loro uso sul suolo iraniano. Nel 2018 Slack ha disattivato tutti gli account legati all’Iran, mentre nel 2017 Apple a ritirato dal web store diverse app iraniane molto popolari proprio a causa delle sanzioni statunitensi.

Ora è il turno di Instagram e GoFundMe che in questi giorni hanno rimosso diversi post che provenivano dall’Iran, anche se erano contenuti caricati da attivisti contro il regime degli ayatollah o raccolte fondi da destinare alle famiglie delle vittime dell’aereo ucraino che sarebbe stato abbattuto dai missili iraniani.

Instagram è usato dagli attivisti contro il governo poiché è uno dei pochi social network attivi in Iran e sul quale ci si può esprimere più liberamente. A Facebook e Twitter, social network bloccati nel paese mediorientale, gli utenti iraniani riescono ad accedere solo tramite Vpn, pertanto il peso delle sanzioni viene percepito molto di meno che su Instagram.

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Le sanzioni statunitensi e la conseguente eliminazione dei post dal social network hanno fatto sì che il governo iraniano abbia avviato un’azione legale nazionale contro Instagram, aprendo anche un sito web governativo dove gli utenti possono inviare i post rimossi dal social network. Un portavoce di Facebook ha dichiarato alla Cnn che Instagram rimuove gli account gestiti da o per conto di persone e organizzazioni sanzionate, secondo le leggi valide negli Stati Uniti. Ma ha aggiunto che l’azienda ha un processo di ricorso se gli utenti ritengono che i loro post siano stati rimossi per errore.

Twitter, invece, ha scelto di non rimuovere i post a favore di Qasem Soleimani, il generale iraniano a capo di un’unità delle Guardie della rivoluzione, ucciso il 3 gennaio per ordine di Trump, fino a quando gli utenti rispetteranno le policy del social network.

Un portavoce di GoFundMe, infine, ha dichiarato a TheVerge che “in alcuni rari casi, le sanzioni statunitensi o canadesi ci proibiranno di sostenere campagne specifiche. Nei casi in cui sono coinvolti paesi sanzionati, le campagne devono essere conformi a tutte le leggi pertinenti nei paesi in cui operiamo, devono avere un piano di consegna trasparente e rispettare i nostri termini di servizio”.

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