Per Nordio, la riforma di Bonafede è “un mostro incostituzionale”

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Pierpaolo Scavuzzo / AGF 

 Alfonso Bonafede

La nuova legge sulla prescrizione è “un mostro incostituzionale”. Bolla così in un intervista a Il Giornale la riforma Bonafede l’ex pubblico ministero veneziano Carlo Nordio. E confida che la Consulta della Corte costituzionale si opponga e dica no, anche se poi chiosa: “Basta molto meno”, ovvero è sufficiente “il buonsenso”. Perché, a detta di Nordio, “Con le nuove norme il cittadino resta impigliato in un procedimento per un tempo indefinito, ma tendente all’infinito” e tutto questo, spiega, “confligge con il principio costituzionale della ragionevole durata dei processi”. E se oggi almeno i giudici se dichiarano la prescrizione “sono costretti a motivare, in futuro no”.

Nello specifico, secondo l’ex pm, accadrà che “si darà la precedenza ai casi più gravi, a esempio quelli con detenuti” mentre per tutti gli altri, come gli incidenti stradali con vittime, “slitteranno”, si dice sicuro Nordio, “tanto non c’è più fretta” anche perché in ogni caso “con l’obbligatorietà dell’azione penale c’è sempre un fascicolo più urgente degli altri”. E l’ex pm fa un esempio concreto di quali potranno essere gli effetti della riforma della prescrizione: “I parenti di una persona morta in un incidente stradale dovranno aspettare a lungo, molto a lungo, per avere i risarcimenti che si possono chiedere solo dopo il verdetto definitivo”.

Il rischio è dunque che “la lentezza dell’apparato giudiziario possa ricadere sul cittadino, sull’imputato, sulla vittima. “In ogni caso, non si può lasciare una persona sulla graticola per un periodo troppo lungo. È una barbarie”, sostiene Nordio per il quale i rimedi invece sono la “depenalizzazione”, la “semplificazione delle procedure” e “il potenziamento degli organici”. Invece, conclude, “complicano i meccanismi. Introducono nuovi reati. E non investono un centesimo. Difficile migliorare in questo modo”.

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