F1, Mattia Binotto: “Meglio che l’incidente in Brasile sia successo quest’anno, nel 2020 la coesione sarà fondamentale”

Siamo ormai al via della seconda stagione dell’”Era-Binotto” per quanto riguarda la scuderia Ferrari. Dopo un Mondiale di Formula Uno 2019 di ambientamento al timone della squadra più famosa del mondo, il team principal affila le armi per questo nuovo avvincente capitolo che sarà il 2020, ma prima si regala un po’ di ricordi di questi 12 mesi vissuti letteralmente in prima linea. Innanzitutto svela come è venuto a conoscenza della sua promozione a team principal per il Cavallino Rampante e, a quanto pare, è successo in maniera davvero particolare. “Ero all’aeroporto di Bologna, ho comprato una copia della Gazzetta dello Sport e in prima pagina c’era la notizia della mia promozione. Diciamo che sarà difficile dimenticare il modo…”

Un salto in avanti che, tuttavia, non ha cambiato in maniera particolare la sua routine. “Per fare un esempio, non ho ancora completato il passaggio dal vecchio ufficio da capo del reparto motori a quello nuovo. Ho solamente spostato portatile, penne e matite – sorride – Non ritengo che ora io stia ricoprendo un ruolo più importante, è solamente diverso. Non era nemmeno nei miei sogni o pensieri, se devo essere sincero. Penso sia stata una ascesa naturale dentro il team e per questo non posso che ringraziare la Ferrari”.


Anche se non si sente particolarmente cambiato rispetto al Mattia Binotto precedente, il team principal punta l’attenzione su un aspetto importante del suo lavoro e quello che richiede al suo staff: Il rigore delle procedure. È qualcosa che deriva in parte anche dai miei studi di ingegneria e dal fatto che sono cresciuto in Svizzera. Sono convinto che sia importante e mi aiuti a gestire una grande struttura come la nostra”.

Probabilmente, quindi, è servito a Binotto anche dopo i “fatti” di Interlagos, quando il contatto tra Sebastian Vettel e Charles Leclerc sulla Reta Oposta mandò ko entrambe le Rosse in un pomeriggio da cancellare in fretta. “Meglio che quell’incidente sia accaduto ora piuttosto che il prossimo anno. Vi svelo un segreto: il martedì dopo il weekend brasiliano vedo il mio telefono squillare e leggo, insieme, i nomi di Sebastian e Charles. Si erano sentiti, avevano chiarito e volevano effettuare una conference call con me. Un gesto che, e non voglio essere banale, dimostra uno spirito di notevole coesione. I rapporti interni sono fondamentali per ottenere i risultati che vogliamo, ma anche una Formula Uno è una vettura molto complessa che, a sua volta, deve essere perfetta. Il problema non è sviluppare una potenza del motore da 1000 cavalli, ma arrivarci prima degli altri”.

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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Foto: Lapresse

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