“No alla psicosi” da coronavirus. L’appello di Conte alla politica

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ANDREA RONCHINI, RONCHINI / NURPHOTO

Coronavirus, mascherine a Roma

Evitare allarmismi e psicosi collettive per una gestione efficace dell’emergenza Coronavirus. Mentre imperversano le polemiche per la richiesta dei governatori del Nord di non fare rientrare a scuola i bambini di ritorno dalla Cina, e si moltiplicano i casi di intolleranza nei confronti dei cittadini della Repubblica Popolare – l’ultimo e più grave a Frosinone, dove una sassaiola è stata scatenata contro un gruppo di studenti – a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro della Salute, Roberto Speranza, hanno riunito nella serata di lunedì gli esponenti dei partiti politici di maggioranza e opposizione.

L’obiettivo è quello di creare un clima di unità attorno all’emergenza e raccogliere i suggerimenti delle forze politiche per fare fronte alle ripercussioni sociali ed economiche legate al virus. “Gratitudine per il senso di responsabilità che avete dimostrato nei vostri interventi”, ha detto Speranza al termine del vertice che gli esponenti dei partiti  hanno definito “utile”.

Il vertice è stato aperto da un ringraziamento ai ricercatori dello Spallanzani di Roma che hanno isolato il virus. Il presidente del Consiglio ha approfittato di una finestra nella sua affollata agenda di incontri bilaterali per correre all’istituto capitolino a fare i complimenti agli autori della ricerca. “Bisogna ricordarsi di voi anche quando l’emergenza è finita. Vi faccio i complimenti perché siete una eccellenza nazionale e internazionale”, ha detto il presidente del Consiglio ai ricercatori. “Siamo consapevoli che se non si investe sulla ricerca non possiamo dare un futuro competitivo all’intero sistema paese”.

Intanto, però, i governatori di Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige hanno scritto una lettera comune al ministero della Sanità chiedendo che il periodo di isolamento previsto per chi rientra dalla Cina sia applicato anche ai bambini che frequentano le scuole. “Non c’è alcuna volontà di contrapposizioni politiche, né tantomeno di ghettizzare: vogliamo solo dare una risposta all’ansia dei tanti genitori visto che la circolare non prevede misure in tal senso”, ha precisato il presidente del Veneto, Luca Zaia.

A lui e agli altri governatori del Nord ha risposto la presidente dei senatori di Leu, Loredana De Petris, uscendo da Palazzo Chigi: “La riunione ha confermato che la situazione è assolutamente sotto controllo. La cosa più importante è evitare allarmismi e psicosi che possono sfociare in episodi violenti. Abbiamo chiesto che ci siano informazioni adeguate. Quello dei governatori del Nord è un esempio di come si esagera dando vita a episodi di discriminazione”.

D’accordo sulla necessità di tenere i bambini di rientro dalla Cina lontani dalle scuole per 14 giorni è la presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, che tuttavia ha sottolineato di non voler appoggiare la richiesta dei governatori in quanto “si tratta di un problema nazionale: abbiamo chiesto al governo trasparenza, chiarezza e protocolli corretti, soprattutto per i nostri bambini. La nostra richiesta è che per i bambini che tornano dalla Cina i 14 giorni di incubazione devono essere garantiti. Non che siano isolati, messi in quarantena, ma sicuramente sottoposti a un controllo. Bisogna essere molto seri. Su questo e Conte ha convenuto”.

Dunque, evitare di creare allarme nelle scuole, ma anche un sostegno al tessuto economico italiano che rischia di uscire fortemente penalizzato da questa emergenza. Una priorità per gli esponenti di Fratelli d’Italia, Isabella Rauti, Francesco Lollobrigida e Marcello Gemmato, che sottolineano in particolare la necessità di sostenere il settore del Turismo e dell’Alta Moda italiani.

“Noi ci siamo, ma vogliamo risposte concrete: trasparenza dalla Cina sui numeri e i reali rischi legati al fenomeno che il regime comunista sembra aver a lungo tentato di minimizzare”, hanno fatto presente gli esponenti di FdI: “Vogliamo comprendere quello che sta accadendo e prevedere quello che potrebbe accadere, anche per quanto riguarda i danni alla nostra economia nazionale. Sul turismo il danno economico di questa crisi internazionale è paragonabile ai danni economici prodotti da un terremoto, e la risposta deve comporsi su più piani. Abbiamo chiesto a Conte interventi economici specifici e compensativi dei danni subiti dall’economia legata al mondo della moda e del turismo. Milioni di cancellazioni in queste ore stanno mettendo in ginocchio il settore”.  

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