Google è sotto inchiesta per l’uso dei dati della geolocalizzazione

Il Commissario irlandese per la protezione dei dati (Dpc) ha aperto un’indagine sull’utilizzo dei dati di localizzazione da parte del colosso tecnologico

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immagine: pixabay

Google è di nuovo nel mirino delle autorità di controllo in Europa. Questa volta è la Data Protection Commission irlandese (Dpc) ad aver avviato un’indagine sul colosso di Mountain View per valutare se la sua attività di raccolta e uso dei dati personali violi le norme previste dal Gdpr. In particolare, la commissione ha puntato il faro sul trattamento e la condivisione dei dati relativi alla geolocalizzazione, usati dalla compagnia anche nella profilazione dei suoi utenti anche per fini commerciali.

La questione si è aperta più di un anno fa, quando alcune associazioni europee di protezione dei consumatori hanno denunciato all’autorità irlandese, competente in materia in quanto la sede legale europea del colosso tecnologico si trova proprio in Irlanda, delle possibili violazioni della privacy degli utenti attraverso i servizi di localizzazione gestiti da Google. Secondo quanto riportato dal sito dell’Organizzazione europea dei consumatori (Buec), in molti casi non è mai stato richiesto un consenso esplicito degli utenti al trattamento di quei dati, come invece è previsto dal Gdpr.

La Dpc ha quindi avviato la sua indagine per valutare se questa violazione sussista o meno. In particolare, la Commissione vuole ora “stabilire se Google ha una base legale valida per il trattamento dei dati di localizzazione dei suoi utenti e se rispetta i suoi obblighi di trasparenza in quanto responsabile del trattamento dei dati”, si legge ancora sul sito dell’autorità. Insomma, si tratta di capire se Google, in Europa, ha o meno il diritto di raccogliere e scambiare i dati acquisiti dai servizi di localizzazione nel rispetto della nuova normativa europea sulla privacy.

Dal canto suo Google ha fatto sapere che collaborerà “pienamente con l’ufficio della Commissione in Irlanda nella sua inchiesta e continuerà a lavorare a stretto contatto con le autorità di regolamentazione e le associazioni dei consumatori in tutta Europa”, si legge su Cnbc.

Se le violazioni da parte di Google fossero confermate, Big G si troverebbe a pagare una nuova multa, andando così a far lievitare la cifra delle sanzioni comminate in Europa per il mancato rispetto del Gdpr. Soltanto qualche settimana fa uno studio di Federprivacy aveva evidenziato che dall’entrata in vigore del nuovo regolamento, le multe comminate dai paesi dell’Ue per violazioni sul trattamento dei dati degli utenti hanno già raggiunto l’importo complessivo di oltre 410 milioni di euro.

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