L’estetica architettonica di Pyongyang, “città modello” dell’utopia nordcoreana

Pyongyang è il luogo in cui il gioco tra ideale e reale, dualismo che definisce la cifra stilistica della Corea del Nord, si materializza creando una “realtà fittizia” perfettamente immortalata negli scatti di Cristiano Bianchi e Kristina Drapić

L’autoreclusione della Corea del Nord dal resto del mondo rende il paese asiatico oggetto di curiosità e interesse motivati dall’impossibilità di catturarne appieno l’essenza: la capitale Pyongyang, nell’immaginario di chi osserva a distanza, è una realtà a due dimensioni, schiacciata dalla propaganda di regime e dalle notizie – spesso fallaci – che oltrepassano la frontiera.

Proprio su questa ineffabilità si basa Model City Pyongyang, curato da Cristiano Bianchi e Kristina Drapić, che è allo stesso tempo un volume di fotografia e uno studio sulla storia dell’architettura: i due architetti, giunti in Corea del Nord per la prima volta nel 2015, hanno tentato di catturare la storia e le sfumature di questo paese attraverso le architetture più rappresentative della sua capitale.

Un lavoro non facile, teso a gettare luce su “un punto nero della nostra mappa mentale, riempito da stereotipi e preconcetti”, come spiegato nella prefazione al libro pubblicato da Tahmes & Hudson, di cui potete avere un assaggio sfogliando la nostra gallery.

Osservando bene, è possibile notare un elemento comune a tutti gli scatti: il cielo, modificato per restituire una “realtà fittizia”, simile alle irreali sfumature che gli artisti nordcoreani usano sempre per rappresentarlo, in un gioco tra ideale e reale che è la cifra stilistica stessa dell’estetica nordcoreana.

Leggi anche

Potrebbe interessarti anche

loading...