Inquinamento, l’effetto Covid-19 si vede nelle mappe della Nasa

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Tra i tanti “effetti collaterali” dell’epidemia Covid-19, c’è anche la diminuzione dell’inquinamento atmosferico in Cina. E non solo intorno a Wuhan, città epicentro dell’epidemia e soggetta a stretta quarantena, ma in un’area ben più vasta del paese. È un calo drastico, come non si era mai visto, nemmeno con la crisi del 2008, dicono dalla Nasa. Dati alla mano, i ricercatori sostengono che le severe misure di contenimento della diffusione del nuovo coronavirus abbiano avuto un effetto significativo sulle concentrazioni di biossido di azoto (NO2), un gas nocivo emesso da veicoli a motore, centrali elettriche e impianti industriali e responsabile di una vasta gamma di problemi respiratori, tra cui l’asma.

L’impatto della quarantena sull’inquinamento atmosferico

Dallo scorso gennaio, nella speranza di contenere il virus, le autorità cinesi hanno imposto misure di quarantena a Wuhan e all’intera provincia di Hubei, hanno limitato la mobilità, chiuso fabbriche e luoghi di lavoro in tutto il paese.

Un primo impatto della quarantena imposta alla città cinese epicentro dell’epidemia è stato subito evidenziato da uno studio del Centre for Research on Energy and Clean Air, in Finlandia. Una significativa riduzione delle emissioni di anidride carbonica: in tre settimane, le emissioni di CO2 sono diminuite di oltre 100 milioni di tonnellate. Per capire: nello stesso periodo di un anno fa, in tutta la Cina le emissioni di anidride carbonica ammontavano a 400 milioni di tonnellate. 

Ma l’effetto sull’aria della “quarantena cinese” sarebbe ancora più significativo: i dati satellitari mostrano una riduzione del biossido di azoto non solo nell’area della città di Wuhan e della provincia di Hubei, ma in un area molto più ampia della Cina che comprende anche Pechino. Per capirlo, ai ricercatori della Nasa è bastato confrontare le concentrazioni di biossido di azoto tra il 1° e il 20 gennaio, prima della quarantena imposta per fermare la diffusione del coronavirus, con quelle rilevate tra il 10 e il 25 febbraio scorsi, durante l’isolamento forzato di milioni di persone. Ecco le mappe:

La concentrazione di biossido di azoto (NO2) in Cina: a sinistra, prima delle misure di contenimento, a destra, durante la quarantena. Dati ESA Sentinel-5 satellite.

Coronavirus e quarantena

“Questa è la prima volta che osserviamo un calo così marcato su un’area così ampia per un evento specifico”, dice Fei Liu, ricercatore del Goddard Space Flight Center della Nasa, ricordando che la crisi finanziaria globale del 2008 ha segnato una riduzione del biossido di azoto in diversi paesi, ma molto più graduale. Quest’anno il calo è cominciato durante le celebrazioni del capodanno cinese, quando vengono chiuse aziende e attività commerciali. Ma secondo i ricercatori la riduzione drastica che si registra non può essere attribuita esclusivamente al periodo delle feste. “Abbiamo le prove che questo calo delle emissioni è almeno in parte correlato al rallentamento economico dovuto allo scoppio dell’epidemia di coronavirus”, dicono gli esperti dell’Earth Observatory della Nasa.

La concentrazione di biossido di azoto nell’aria di Wuhan: 2019 e 2020 a confronto in tre diversi periodi: prima dei festeggiamenti per il nuovo anno lunare (1-20 gennaio), intorno al Capodanno cinese (28 gennaio-9 febbraio) e nei giorni successivi (10-25 febbraio). I valori complessivi del 2020 sono inferiori come effetto delle nuove normative adottate in Cina negli ultimi anni. (Foto: Nasa’s Earth Observatory)

Nella Cina orientale e centrale, osservano gli scienziati della Nasa, le concentrazioni di biossido di azoto sono state inferiori del 10-30% rispetto a quanto si registra normalmente in quel periodo, e non c’è stato alcun aumento dopo le vacanze, quando le attività industriali e i lavoratori riprendono a pieno regime. “Quest’anno, il tasso di riduzione è stato più significativo rispetto agli anni passati ed è durato più a lungo”, ha spiegato Liu. “Non sono sorpreso perché molte città in tutta la Cina hanno adottato misure per ridurre al minimo la diffusione del coronavirus”.

Riferimenti: Nasa

Credit immagine di copertina: Nasa’s Earth Observatory

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