Coronavirus: l’ipotesi dell’inquinamento dietro l’eccesso di mortalità nel Nord Italia

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(Foto: Mick De Paola on Unsplash)

L’ipotesi non è nuova e il dubbio che nell’emergenza Covid-19 italiana le ragioni andassero ricercate anche nell’inquinamento circola da un po’. Solo pochi giorni fa era stata la Società italiana di medicina ambientale a parlare di possibile legame tra inquinamento, in particolare polveri sottili, e diffusione di coronavirus. Se ne torna a parlare oggi, sottolineando un altro possibile aspetto: l’associazione tra elevata mortalità registrata nelle aree più colpite da Sars-CoV-2 e le elevate concentrazioni di inquinamento atmosferico. A farlo sono i ricercatori dell’Università di Aarhus, in Danimarca, e dell’Università di Siena che in un nuovo studio hanno cercato di analizzare i diversi fattori che possono aver influenzato appunto l’elevato tasso di mortalità del nuovo coronavirus in Italia. Lo studio è stato appena pubblicato sulla rivista Environmental Pollution.

Il decorso della Covid-19

Da quando il virus si è diffuso dalla città di Wuhan in altre regioni del mondo, il decorso della Covid-19 differisce per i pazienti: molti sono asintomatici, altri hanno sintomi simil-influenzali, mentre molti altri ancora sviluppano un’infezione respiratoria acuta che, in alcuni casi, porta a una prognosi infausta. Proprio come è avvenuto nel nord Italia, e in particolare in Lombardia e in Emilia Romagna, dove i tassi di mortalità sono risultati estremamente elevati, ossia del 12%, rispetto al 4,5% nel resto del Paese.

Tra le regioni più inquinate dell’Europa

Per capire se l’inquinamento potesse giocare un ruolo nel decorso della Covid-19, Dario Caro dell’Università di Aarhus, insieme a Bruno Frediani e Edoardo Conticini dell’Università di Siena hanno analizzato e confrontato i dati provenienti dal satellite Aura della Nasa con il cosiddetto Air Quality Index, un indice della qualità dell’aria sviluppato dall’Agenzia europea dell’ambiente, che raccoglie dati da migliaia di stazioni in tutta Europa. Da risultati è emerso che Lombardia ed Emilia Romagna sono tra le regioni più inquinate in Europa e che i cittadini sono, quindi, esposti a un livello più elevato di inquinamento atmosferico. Ciò, spiegano i ricercatori, potrebbe tradursi con una serie di complicazioni per i pazienti affetti dalla Covid-19, semplicemente perché il loro organismo potrebbe già risultare indebolito da una cattiva qualità dell’aria.

L’inquinamento trasporta i virus

Che l’inquinamento atmosferico potesse svolgere un ruolo nella diffusione del nuovo coronavirus non è una novità, dicevamo. La Società italiana di medicina ambientale, infatti, ha suggerito un possibile legame tra il numero di contagi e il superamento dei limiti delle polveri sottili nel nord Italia. In questo caso, spiegano i ricercatori, l’inquinamento potrebbe aver favorito la diffusione del nuovo coronavirus, tramite il particolato atmosferico che ha funzionato da carrier, ossia da vettore di trasporto del virus. “La relazione tra i casi di Covid-19 e particolato suggerisce quindi un interessante riflessione sul fatto che la concentrazione dei maggiori focolai si è registrata proprio nella Pianura Padana, mentre minori casi di infezione si sono registrati in altre zone d’Italia”, spiegavano gli esperti.

Non solo l’inquinamento

Oltre all’inquinamento atmosferico, tuttavia, ci sono una serie di altri fattori che potrebbero avere un ruolo nell’elevato tasso di mortalità del nord Italia. “Le nostre considerazioni non devono farci trascurare altri fattori responsabili dell’alta mortalità registrata: importanti co-fattori quali l’elevata età media della popolazione, le ampie differenze tra i sistemi sanitari regionali, le capacità della terapia intensiva e il modo in cui sono stati segnalati gli infetti e i decessi hanno avuto un ruolo fondamentale nella letalità della Covid-19, presumibilmente anche più dell’inquinamento stesso”, ha aggiunto Caro.

In tutto il mondo, conclude l’esperto, stiamo vedendo approcci diversi da parte delle autorità delle diverse nazioni. “Ma questo non spiega la diffusione e i tassi di mortalità che stiamo vedendo nelle due regioni italiane rispetto al resto del Paese”, conclude Caro. “Questo alimenta la speranza che potremmo aver trovato un altro fattore per comprendere l’alto tasso di mortalità della malattia nel nord Italia”. 

Riferimenti: Environmental Pollution

Credit immagine di copertina: Mick De Paola on Unsplash

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