La storia del rock (per ora) è salva: il caso Stairway to Heaven

Storia del processo che ha messo al centro una delle canzoni più famose dei Led Zeppelin, accusati di plagio dal legale di un’altra band

Robert Plant e Jimmy Page dei Led Zeppelin (foto di Laurance Ratner/WireImage via Getty Images)
Robert Plant e Jimmy Page dei Led Zeppelin (foto di Laurance Ratner/WireImage via Getty Images)

8 novembre 1971: ad avviso di chi scrive, la data di pubblicazione del miglior album della storia del rock, Led Zeppelin IV. Ciascuno dei brani che compongono la track-list è un capolavoro da far tremare i polsi (Black Dog, Rock and Roll, Going to California, The Battle of Evermore…); ma un brano in particolare, dal titolo profetico, pone direttamente i Led Zeppelin nel gotha della storia della musica: Stairway to Heaven. Per farsi un’idea: è stato calcolato che, con la sola Stairway to Heaven, i Led Zeppelin abbiano, a vario titolo (royalties, diritti di esecuzione, editing) guadagnato circa 500 milioni di dollari.

I fatti di causa

22 gennaio 1968: la band Spirit pubblica il suo primo, omonimo album. Il primo singolo dell’album Spirit è il brano strumentale Taurus (in la minore, la stessa tonalità di Stairway to Heaven). Le due band all’epoca ebbero rapporti di stima reciproca (tanto che i Led Zeppelin, in alcune tappe dei loro tour, proposero la cover di un brano degli Spirit, Fresh Garbage) e sia Jimmy Page (autore/chitarrista) che Robert Plant (autore/cantante) dei Led Zeppelin ebbero modo di ascoltare Taurus prima della composizione di Stairway to Heaven (queste circostanze sono confermate negli atti del processo).

Randy Wolfe degli Spirit da subito fu persuaso che elementi chiave (key portions) del brano Taurus fossero stati plagiati dai Led Zeppelin in Stairway to Heaven. Il riferimento è, in particolare, all’introduzione dei due brani, caratterizzata da una peculiare sequenza di accordi arpeggiati ascendenti e discendenti, nella stessa tonalità di base (la minore). Come sempre in musica, meglio ascoltare che disquisire di tonalità, arpeggi, diesis, bemolle. Al seguente link trovate le rispettive intro dei due brani.

Ciò detto, Michael Skidmore (fiduciario del trust intestato a Randy Wolfe degli Spirit) nel 2014 cita in giudizio i Led Zeppelin per plagio, dinanzi alla Central District Court of California. Significativo il titolo del claim: “Right of Attribution—Equitable Relief”, ma soprattutto: “Falsification of Rock n’ Roll History” (!).

Il giudizio di primo grado

Michael Skidmore, come detto, provò a sostenere in giudizio la “substantial similarity”, la somiglianza sostanziale insomma, tra le rispettive intro di Taurus e Stairway to Heaven. Commise tuttavia, secondo i giudici, un errore sostanziale e processuale che portò al rigetto dell’istanza (sentenza 8 aprile 2016).

La principale motivazione è interessante. All’epoca dei fatti, la tutela del diritto d’autore su opere musicali era assicurata dal Copyright Act 1909 (il Copyright Act 1976, infatti, è successivo rispetto alla creazione dei due brani). Secondo il Copyright Act 1909, il momento costitutivo di attribuzione del diritto d’autore era identificato nel deposito di una copia dello spartito del brano, e non nel deposito della registrazione. Conseguentemente, la Corte ritenne inammissibile la richiesta, da parte di Skidmore, di procedere a una esecuzione dei due brani nel processo (in presenza dei Led Zeppelin e degli Spirit, per i pochi fortunati presenti), per valutarne la substantial similarity.

Nel successivo Copyright Act 1976, invece, fu ammessa la possibilità di considerare come elemento costitutivo del diritto d’autore quello del deposito della registrazione. Evidentemente, tuttavia, la Corte – pur pronunciandosi nel 2016 – ritenne applicabile il principio generale del tempus regit actum. Detto diversamente, i due brani sono stati entrambi composti prima del 1976, ergo il Copright Act 1976 non trova applicazione.

Cosa sarebbe successo in Italia?

Le conclusioni delle nostre corti nazionali sarebbero state le medesime, in base alla legge sul diritto d’autore (633/1941)? Probabilmente no, perché in Italia la nascita del diritto d’autore coincide con la creazione dell’opera (articolo 6). Questa modalità di attribuzione del diritto è uno degli elementi distintivi principali dei sistemi di civil law, come il nostro. Negli ordinamenti di common law come quello statunitense, invece, in linea generale vige un principio opposto: il diritto d’autore nasce dal momento in cui si deposita l’opera. Anche in Italia è possibile procedere al deposito di un’opera (per esempio, presso la Siae): tuttavia, tale deposito ha una funzione probatoria (serve cioè – peraltro con possibilità di prova contraria – per conferire una data certa all’opera, ma non per riconoscere l’esistenza del diritto).

Pertanto, la discussione in merito alle modalità di costituzione del diritto d’autore di cui alla causa in commento (per esempio se coincide con il momento del deposito dello spartito, piuttosto che con il deposito della registrazione) in Italia sarebbe stata sostanzialmente irrilevante, in relazione al momento costitutivo del diritto.

Il giudizio d’appello

La United States Court of Appeal for the Ninth Circuit (sentenza n. 16-56057 del 12 marzo 2018), pur riconoscendo la correttezza della decisione di primo grado (nascita del diritto d’autore al momento del deposito dello spartito), ritenne tuttavia che il giudice di primo grado avrebbe erroneamente ritenuto inammissibile l’esecuzione dei due brani nel processo.

Al di là di tale questione processuale, il ragionamento di merito seguito dalla Corte d’Appello si può sintetizzare come segue:

  • la giuria ha ritenuto sussistenti, rispettivamente, i diritti d’autore degli Spirit sul brano Taurus, e dei Led Zeppelin sul brano Stairway to Heaven;
  • la giuria ha ritenuto provato che i Led Zeppelin avessero, prima della pubblicazione di Stairway to Heaven, ascoltato il brano Taurus (o, comunque, esaminato lo spartito);
  • ciò detto, la Corte ha ritenuto infondate le accuse di plagio, per carenza della substantial similarity tra i due brani.

Al fine di pervenire a tale conclusione, la Corte ha applicato una specifica metodologia tecnica, il c.d. “extrinsic test”. Questo test consiste nell’individuazione degli elementi costitutivi primari di due opere musicali (che devono entrambe essere tutelate dal diritto d’autore, come nel caso in esame), per procedere successivamente ad una comparazione degli stessi, al fine di valutare se esista o meno una substantial similarity.

Questo giudizio è evidentemente complesso, perché associa elementi di carattere tecnico-giuridico con altri che, a ben vedere, sono propri della teoria e dell’acustica musicale. Per questo, le Corti statunitensi, negli anni, hanno individuato criteri specifici per effettuare tali valutazioni: tipicamente, sono tenuti in considerazione i seguenti elementi:

  • unicità o complessità delle sezioni simili di due brani (in altre parole: se la parte di brano che si intende copiata è “banale” di per sé, non si dovrebbe poter parlare di plagio);
  • se il brano realizzato dall’attore nel processo abbia un elemento “inaspettato” o “eccentrico” che si trova ripetuto nel brano accusato di plagio composto dal convenuto;
  • il fatto che nei due brani ricorrano i medesimi errori;
  • la presenza, nel brano accusato di plagio, di elementi “rozzi” sul piano musicale o verbale per dare una sensazione di differenziazione tra le due opere. Pensate, per esempio, al ritornello di Nel blu dipinto di blu interrotto ex abrupto da un accordo completamente fuori contesto (proprio per dissimulare il plagio).

Prossimi passi

Perso anche l’appello, il “povero” Skidmore ha in realtà ancora alcune possibilità da valutare e, in particolare, proporre un nuovo appello dinanzi alla medesima corte in composizione plenaria, oppure – ricorrendone i presupposti – proporre direttamente un appello alla Corte Suprema degli Stati Uniti.

Staremo a vedere. Nel frattempo, per citare a contrario lo stesso Skidmore, la storia del rock è salva… Indipendentemente dall’esito finale del procedimento, mi sembra doveroso in conclusione invitarvi all’ascolto della versione di Stairway to Heaven che preferisco: quella incisa nel corso delle leggendarie Bbc Sessions del 1969/71 (pubblicate nel 1997). Buon ascolto!

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