Flavia Sorrentino, la Parthenope dei giorni nostri impegnata a difendere Napoli

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Flavia Sorrentino, delegata all’Autonomia della città di Napoli, in esclusiva ai microfoni di ForzAzzurri.net.

La storia della nostra città è legata al mito di Parthenope ma sono diverse le interpretazioni e le ricostruzioni romanzesche. La versione di Matilde Serao, nelle sue “Leggende napoletane” vuole che “Ella vive, splendida, giovane e bella, da cinquemila anni.” La giovane di origini greche non è mai morta per restare vicino al suo popolo ed il lavoro svolto da Flavia Sorrentino avvalora la tesi della scrittrice, anch’ella nata in Grecia. La Parthenope dei giorni nostri si è resa punto di riferimento per la città e si spende anima e corpo per la sua difesa e la sua crescita.

Chi è Flavia Sorrentino?

“Flavia Sorrentino è una donna del Sud, orgogliosa delle proprie radici. Delegata all’Autonomia della città, collaboro con il Comune di Napoli come responsabile di due progetti istituzionali: Scegli Napoli e Difendi la Città.  Il primo basato sull’importanza di acquistare prodotti locali a sostegno dei nostri lavoratori, delle nostre aziende e della nostra economia; il secondo contro la discriminazione territoriale.”

Come nasce l’idea di creare l’Osservatorio Difendi la città?

“Nasce per supportare e ampliare le attività dello Sportello Difendi la Città, istituito per dare voce ai cittadini indignati dalle offese alla città di Napoli attraverso i mass-media e qualunque altro canale compresi i social network.  Migliaia le segnalazioni ricevute nei primi 3 anni di vita, a dimostrazione dell’esigenza dei napoletani di emergere a scapito di una narrazione della città stereotipata e intrisa di luoghi comuni. Grazie all’Osservatorio, giornalisti, giuristi, sociologi e cittadini impegnati nel mondo dell’associazionismo e del sociale avranno uno strumento per monitorare, analizzare e studiare il fenomeno di discriminazione territoriale che danneggia il nostro sviluppo sociale ed economico.”

Che iter segue ogni segnalazione? Quali sono i vostri interlocutori?

“Le segnalazioni arrivano via web tramite un’apposito form reperibile su una sezione dedicata del sito istituzionale del Comune di Napoli (www.napoliautonoma.it). Una volta filtrate procediamo a due diverse tipologie di azioni. Attiviamo l’ufficio stampa comunale se si tratta di notizie che richiedono una specifica rettifica o, qualora sia necessaria un’azione legale, attiviamo l’avvocatura generale. In molti altri casi, ci rivolgiamo direttamente con note ufficiali alle redazioni di giornali e televisioni che, grazie al nostro intervento, porgono scuse pubbliche alla città.

Nella vostra giovane attività, quali risultati avete ottenuto?

“Con lo Sportello Difendi la Città abbiamo già sporto diverse querele. Da quella al quotidiano Libero per il titolo “piagnisteo napoletano” a quella ad Umberto Bossi per frasi diffamatorie sul Corriere della Sera. Attualmente il capo dell’avvocatura penale del Comune di Napoli è impegnato sul “caso Feltri”, che ha definito i campani e i meridionali “esseri inferiori”. Ci sono state poi marce indietro importanti. Ad esempio l’ULSS di Verona che ha cancellato il modulo di consenso informato in cui si paragonavano gli effetti radioattivi di una Tac ad un mese di soggiorno a Napoli e il famoso sito Airbnb che ha rimosso, immediatamente, l’annuncio che proponeva una visita guidata nei “luoghi della camorra”. Siamo l’arma non violenta dei cittadini che non accettano di subire umiliazioni e offese nel silenzio e nell’impunità generale.

Qual è la mission dell’Osservatorio?

“Innanzitutto elaborare uno studio, attraverso un punto di vista qualificato, della discriminazione territoriale nella sua complessità. Uno studio da cui partire per promuovere ogni azione di prevenzione e di contrasto al fenomeno.”

Secondo lei qual è la natura dell’odio contro Napoli?

“Il pregiudizio è un convincimento privo di conoscenza reale di qualcuno o qualcosa, per questo va smontato mostrandone la banalità. Un pregiudizio profondamente interiorizzato può portare addirittura ad una “normalizzazione” del razzismo anti-napoletano. Poi c’è un tema di carattere economico che va affrontato con coraggio: se un territorio viene bollato come “causa persa” si giustifica l’azzeramento delle risorse e degli investimenti che vengono dirottati in altre parti del Paese.”

Come si potrà vincere il pregiudizio?

“Mostrando che è la fonte primaria di alterazione della verità che, come è noto, è tale solo se raccontata tutta.

C’è una ricetta per far emergere il Sud e farne riconoscere le eccellenze?

“Non bisogna negare le criticità – che esistono e vanno combattute – ma vanno raccontate soprattutto le cose positive, che esistono, anzi spesso resistono alle difficoltà, meritano di emergere valorizzandole e sostenendole. Il lavoro più importante che possono fare la politica e le istituzioni è mostrare ai cittadini la via per fare squadra e diventare comunità consapevole ed orgogliosa.

Mario Scala

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