La storia del 10 maggio – Da Re Carlo di Spagna a Napoli Campione d’Italia

La storia del 10 maggio – Da Re Carlo di Spagna con il Regno di Napoli e delle Due Sicilie al Napoli Campione d’Italia

 

“La storia ha voluto una data”, così recitava lo striscione esposto in curva B il giorno del primo storico scudetto.

In realtà, due secoli e mezzo prima, quello stesso giorno segna uno dei momenti più importanti della città partenopea.

Carlo di Spagna e la venuta a Napoli

Nel 1735, Carlo di Spagna allontanò gli Austriaci dalla Sicilia, venendo incoronato Re del Regno di Sicilia. Qualche anno dopo, Ferdinando, figlio di Carlo, unirà il Regno di Sicilia e il Regno di Napoli sotto un’unica bandiera, quella del Regno delle Due Sicilie.

 

 

 

 

La storia di Carlo, però, inizia prima. I fatti della prima metà del 1700 raccontano di un Regno di Napoli invaso dagli austriaci che, qualche anno più tardi, al termine della guerra della Quadruplice Alleanza, presero possesso anche del Regno di Sicilia. Fu così che i territori del Mezzogiorno vennero riuniti sotto un’unica corona, quella austriaca della Casa d’Asburgo.

Gli Asburgo stabilirono che Napoli doveva essere un Regno Indipendente e non una provincia austriaca ma, tra smentite, menzogne e mal affari, si venne a creare una certa scissione tra i napoletani del Regno. Fu così che la Francia e il Regno di Sardegna, con a supporto le truppe spagnole, dichiararono guerra all’Austria. Siamo nel ‘700 e la Spagna Borbonica era pronta per conquistare Napoli, “La più bella corona d’Italia”.

L’alleanza franco-spagnola prevedeva di eliminare l’esercito austriaco e di affidare a Carlo il Regno di Napoli al posto del Ducato di Parma. Don Carlo, figlio del Re di Spagna, dopo varie conquiste e l’attraversata di tutto lo stivale, arrivò e fu festeggiato da un popolo stanco della dominazione austriaca.

 

Avvenne a Napoli, il 10 maggio del 1734.

 

 

 

 

 

Una data, quindi, che ha proclamato Napoli Capitale e Napoli Campione.

Ma quando nacque Napoli Campione e la conquista del primo storico scudetto?

La storia di quel campionato tricolore inizia a Brescia: Pronti-via e gol vittoria di un Maradona formato Mundial.

In Europa, gli azzurri uscirono dalla Coppa UEFA al primo turno contro i modesti francesi del Tolosa: la qualificazione si decise ai calci di rigore e, in terra “nemica”, Diego sbagliò il tiro della condanna. Palo alla destra del portiere transalpino Bergeroo e Napoli fuori dalla competizione.

A Genova, dieci giorni dopo, quando Diego si presentò di nuovo sul dischetto contro la Sampdoria, il tiro ebbe altra sorte: palla in rete e 2-1! Fu una vittoria che permise alla formazione partenopea di acquisire una “mentalità vincente” anche in trasferta: con quindicimila tifosi al seguito, gli azzurri sconfissero la Roma all’Olimpico.

Fu Juventus-Napoli per il primato in classifica; dopo un primo tempo equilibrato, la partita ebbe un sussulto nella ripresa. Il gol di Laudrup aprì la strada alla foga partenopea: l’area di rigore juventina venne presa d’assalto e grazie ai gol di Ferrario, Giordano e Volpecina, gli azzurri vinsero 3-1 violando così l’allora “Comunale” dopo 30 anni: il Napoli balzò in testa alla classifica! Fu un segnale che segnò tutta la stagione.

La strada per il successo

Nel girone di ritorno, il Napoli continuò la sua marcia trionfale e le avversarie furono tenute sempre a debita distanza. Le vittorie di Bergamo e di Torino, stavolta in casa dei granata, segnarono il cammino di una luce azzurra mai vista prima: su quei campi, Giordano regalò due successi importantissimi.

Il Napoli gestì facilmente anche la sconfitta di Milano contro l’Inter: la settimana dopo, al San Paolo, gli azzurri batterono la Juventus (2-1) e portarono di nuovo a cinque i punti sull’Inter seconda.

Dopo i risultati negativi di Empoli e Verona, al San Paolo arrivò il Milan di Capello e il Napoli doveva vincere quella partita: ci pensarono Carnevale e Maradona a dare di nuovo luce al sogno azzurro.

Sette giorni dopo, l’Inter, perdendo ad Ascoli, abbandonò le speranze tricolori. Col pareggio a Como, i partenopei si portarono avanti di tre punti con solo due partite da disputare.

 

Il giorno dei Campioni

Penultima di campionato, Napoli-Fiorentina: la partita.

Il gol di Carnevale provocò un boato immenso, una scossa di terremoto, un grido di gioia atteso sessant’anni. Iniziò la festa di bandiere e cori sui gradoni gremiti in ogni ordine di posto. Il pareggio di Roberto Baggio servì solo per aggiornare le statistiche, tant’è che mentre da “Tutto il Calcio minuto per Minuto” arrivò la notizia dell’Inter sconfitta a Bergamo,  Enrico Ameri da Napoli con voce raggiante e felice:

“Il San Paolo è tutto uno sventolio di bandiere azzurre, tutto lo stadio è azzurro”.

Il resto è storia, quella racchiusa in una data:  10-05-87, Napoli Campione d’Italia.

 

 

 

 

Antonio De Nigro

loading...

Lascia un commento