Dal 3 giugno possibile l’ingresso in Italia da altri paesi europei

Dal 3 giugno non sarà solo possibile spostarsi tra le diverse Regioni italiane ma si potrà anche entrare da altri paesi europei senza obbligo di quarantena. Una decisione che potrebbe salvare, almeno in parte, la stagione turistica ed è uno dei dati più importanti di una giornata che vede il Consiglio dei ministri impegnato con le norme per le riaperture dopo un confronto con le regioni sulle linee guida. 

Prima che il Cdm ricominciasse in tarda serata, Governo, regioni e comuni hanno raggiunto in videoconferenza un’intesa di massima su un documento con le linee guida per la riapertura. “Resta inteso – si legge nel documento – che, in base all’evoluzione dello scenario epidemiologico, le misure indicate potranno essere rimodulate, anche in senso piu’ restrittivo”.

Il documento riguarda le regole per la riapertura di ristoranti, balneazione, strutture ricettive, servizi alla persona, commercio al dettaglio, mercati e fiere, uffici aperti al pubblico, piscine, palestre, manutenzione del verde, musei e biblioteche.

RISTORANTI

Potrà essere rilevata la temperatura, impendendo l’accesso sopra i 37,5 gradi di febbre. Vanno resi disponibili i prodotti igienizzanti per i clienti. Privilegiare l’accesso tramite prenotazione. Distanza di almeno un metro di separazione tra clienti. Privilegiare l’utilizzo di spazi esterni. Vietata la consumazione a buffet. Il personale di servizio deve usare la mascherina. I clienti dovranno usare la mascherina quando non seduti al tavolo. Evitare l’uso di saliere, oliere, menu, non disinfettabili dopo l’uso.

BALNEAZIONE

Potrà essere rilevata la temperatura, impedendo l’accesso sopra i 37,5 gradi. Mantenere un metro di separazione tra gli utenti. Garantire una superficie di 10 metri quadri per ombrellone. Lettini e sdraio vanno disinfettati ad ogni cambio di persona e deve esserci tra loro la distanza di almeno 1,5 metri.

STRUTTURE RICETTIVE

Potrà essere rilevata la temperatura, impedendo l’accesso sopra 37,5 gradi. Distanziamento interpersonale di almeno un metro. Gli ospiti devono sempre indossare la mascherina. Aumentare la sostituzione dei pacchi filtranti dell’aria per la ventilazione.

SERVIZI ALLA PERSONA (Acconciatori, estetisti)

Accesso solo tramite prenotazione. Potrà essere rilevata la temperatura, impedendo l’accesso sopra i 37,5 gradi. Mantenere almeno un metro di separazione tra i clienti. L’operatore deve indossare una mascherina FFP2. Vietati sauna, bagno turco, idromassaggio.

COMMERCIO AL DETTAGLIO

Potrà essere rilevata la temperatura, impedendo l’accesso sopra i 37,5 gradi. Mantenere un metro di separazione tra i clienti. In caso di vendita di abbigliamento, i clienti dovranno avere guanti monouso. I clienti devono indossare la mascherina.

MERCATI E FIERE

Accessi scaglionati. Mantenere il distanziamento interpersonale. Utilizzo delle mascherine obbligatorio.

UFFICI APERTI AL PUBBLICO

Potrà essere rilevata la temperatura, impedendo l’accesso sopra i 37,5 gradi. Favorire l’accesso con prenotazione. Mantenere almeno un metro di separazione.

PISCINE

Potrà essere rilevata la temperatura, impedendo l’accesso sopra i 37,5 gradi. Divieto di accesso al pubblico. In vasca massimo una persona ogni 7 metri quadri. I propri abiti vanno riposti nella borsa. Fissati i limiti minimi del cloro in acqua. Prima dell’ingresso in piscina, obbligo di doccia saponata.

I governatori chiedono uno “scudo”

Fa ancora paura il Covid-19. Innanzitutto preoccupa le imprese – soprattutto quelle medio piccole – che dovranno riaprire da lunedì. E anche le regioni. Perché il timore è legato al fatto che nella casistica degli infortuni del lavoro possa rientrare anche il contagio da coronavirus. E al di là delle rassicurazioni dell’Inail che ha circoscritto il ‘perimetro’ di una eventuale ‘responsabilità penale’ (“Solo per dolo e colpa”) i governatori hanno chiesto di avere in sostanza uno ‘scudo’.

La richiesta – partita sia da Zaia che da Emiliano e dal vicepresidente della Campania Bonavitacola – è stata quella di avere copertura su questo punto. Garanzie che sono arrivate dal governo che ha poi aperto alla possibilità di rivedere il comma 6 dell’articolo 1 del decreto all’esame del Consiglio dei ministri.

Per il Dpcm, invece, occorrerà aspettare che il decreto entri in Gazzetta ufficiale. Poi il presidente del Consiglio martedì terrà un’informativa alla Camera e al Senato sulle nuove misure di allentamento.

Metratura ridotta per spiagge e ristoranti

Ma è stato lo stesso Conte a dare il via libera alle regioni alla possibilità di aprire bar, ristoranti, commercio al dettaglio e servizi alla persona. La nuova fase partirà da lunedì. Con le linee guida delle regioni che alleggeriscono i criteri rigidi dell’Inail. “I criteri Inail non sono modificabili ma diventeranno documenti di lavoro ma Conte ci ha chiesto di attenerci a quei principi”, osserva un governatore.

In pratica per ristoranti, alberghi e le stesse spiagge la ‘metratura’ non sarà quella indicata. Si riduce ad un metro. Non ci saranno quindi 4 metri di distanza per i tavoli dei ristoranti, né i cinque per gli ombrelloni.

È stata una giornata di confronto tra le regioni e il governo, ma anche all’interno del Consiglio dei ministri. Del resto la riunione è durata quasi cinque ore, frammentata dall’accordo tra il premier e le confessioni religiose sulla ripartura delle cerimonie di culto. Un esponente del governo parla di discussione accesa sul tema delle riaperture. Soprattutto sulla possibilità di consentire prima del 3 giugno – termine fissato dal decreto legge – la possibilità degli spostamenti tra regioni confinanti. Anche diversi governatori hanno provato ad abbattere questo muro, ma il presidente del Consiglio Conte ha ricordato come molti presidenti di regioni non fossero d’accordo su questa linea.

Il confronto sulle riaperture

In realtà tra i governatori c’è stata divisione anche sul tema delle riaperture nella mattinata di venerdì. Fontana – appoggiato dal presidente dell’Anci Decaro – era per linee guida unitarie, al contrario di Zaia e Fedriga che puntavano sulle aperture a macchia di leopardo. Invece è stata comune – da Toti a Marsilio – la richiesta da parte del governo di una maggiore chiarezza sul decreto legge. Niente interpretazioni che possano dar vita a contenziosi, l’invito della maggior parte dei governatori. Poi il lavoro delle regioni che hanno formato un comitato ristretto e poi redatto il testo unico e il dialogo con il governo che ha portato alla nuova formulazione del comma 6 dell’articolo 1 del dl.

Alla fine il premier Conte è apparso soddisfatto: “C’è stata – ha sottolineato – una poderosa collaborazione istituzionale”. Ora le misure – tra queste la possibilità dal 3 giugno di entrare in Italia dai Paesi Ue senza l’obbligo di quarantena per i viaggiatori – sono sul tavolo del Cdm. Ci sarà da convincere soprattutto le imprese che ancora hanno timori e perplessità. E ci sarà da monitorare la curva epidemiologica. Le stesse regioni nel documento scrivono che nel caso di peggioramento dei dati ci “saranno misure più restrittive”. Sulla stessa lunghezza d’onda Conte. Se i dati dovessero peggiorare prenderemo subito delle precauzioni, il governo è pronto ad intervenire, ha spiegato il premier ai governatori.

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