Perché i Paesi del Nord ce l’hanno con noi? Chiedetelo a Ludovico il Pio

Ci si possono regolare gli orologi, tanto è la ricorrente precisione: ogni volta che il centro si mette più o meno insieme le periferie tentano di far saltare il banco, piccole e tenaci come gli squali che si spolpano la carcassa della balena e via di frenesia alimentare. Ma dietro la pertinacia con cui Austria, Svezia, Danimarca e Olanda si oppongono al Recovery Fund emergono movimenti e spinte che si agitano nel più profondo dell’animo umano. Fosse ancora vivo Jung, hai voglia ad aggiornare la teoria degli archetipi.

Austria, Svezia, Danimarca e Olanda. Prima osservazione: ma quanti sono? Non certo delle superpotenze demografiche, e nemmeno politiche (diciamolo). Quanto all’economia, ricche sì, ma nel giusto mezzo.

Seconda domanda: ma perché ce l’hanno proprio con noi? Sì, perché questa storia del Club Med ha anche, talvolta, un vago sapor di mandorla amara. Sussiego e borsello, mercante modello. Ma non è questione di semplice borsello, e nemmeno di atavico sussiego. È che la mossa franco-tedesca, che di fatto viene in aiuto all’Italia, riporta l’Unione ai vecchi equilibri, che non sono solo quelli del 1957. Sono molto, molto più antichi. Sono retaggi medievali, cioè cose appena accadute. Se fossero più antiche, sarebbero addirittura archetipi. Non c’è nulla di più indelebile di un archetipo. 

Con l’intesa fra Merkel e Macron, ha detto qualcuno, in fondo rinasce l’Europa carolingia, quella dell’asse franco-tedesco. Giusto? Sbagliato. Rinasce l’Europa Lotaringica, quella disegnata dalla spartizione del Sacro Romano Impero tra i tre figli di Ludovico il Pio. Si noti l’originale divisione dei confini: Germania di qua, Francia di là e in mezzo, per l’appunto, la Lotaringia cui spettava il titolo imperiale. E cos’era la Lotaringia? La striscia di terra che correva lungo il Reno e calava giù, superando le Alpi e scendendo fino al Marchesato della Tuscia. In altre parole: l’Italia, legata politicamente e persino territorialmente, a dispetto delle stesse sue montagne, all’Europa del Nord.

Ora, è di questo che non possono avere che paura Scandinavi e Osterlicchi (gli osterlicchi sono gli austriaci secondo Dante: è a lui che devono la loro prima citazione storica). Un’Europa con un tale asse che va da nord a sud li condanna alla marginalità. L’Austria, ad esempio, è l’Innen europeo, la sua parte più interna che si estende all’area danubiana. Anche questo, una volta, fu un Impero, e la cosa non avvenne a caso. Gli imperi tornano sempre a colpire. Lo dice anche Guerre Stellari.

Quanto agli scandinavi, due cose bisogna considerare. La prima è il Mediterraneo, la seconda è Canuto. Sì, perché di Mediterraneo mica ce n’è solo uno: il Baltico cos’è? Un Mediterraneo freddo, stretto come a Gibilterra dalle parti del castello che fu di Amleto. Dentro questo spazio un fiorire di scambi di pellicce e ambre. E città stato: Amburgo, Lubecca, Danzica, Stettino, Riga fino ad arrivare su, a Tallin e Tartu, e con esse alla bocca del Golfo di Finlandia (altro paese solitamente molto severo con i popoli meridionali). Se i soldi riprendono a scorrere tra le fiere della Champagne e la Francigena, a loro cosa resta? Gli spiccioli. Chiaro. Ma è con Canuto che si capisce veramente come stanno le cose.

Il norreno aveva una sua innegabile grandezza: nell’undicesimo secolo divenne signore di Danimarca e di Norvegia, d’Inghilterra, Pomerania e Schelswig. Dettava legge, pare, anche in Polonia. Accampò pretese sulla Normandia. Insomma, creò un controimpero del nord, mentre al sud la casa di Franconia stentava a farsi cingere la corona dal papa.

Noi tendiamo ad ignorare questo lato della storia europea, ma è qui che iniziò tutto: Gustavo Adolfo di Svezia, Sigismondo II Wasa, la Guerra dei Trent’anni e tutti quegli scossoni continentali in cui gli storici vedono i prodromi delle Guerre Mondiali. Un blocco naturalmente contrapposto a quello centro-meridionale. Nel Novecento, quando il Mercato Comune faceva i primi passi, il progetto di Canuto riprese forma – in sedicesimo – con l’Efta, l’area di libero scambio che Londra creò unendo il Baltico all’Austria nel tentativo – fallito – di far dispetto a tedeschi, francesi e anche agli italiani.

Resta a questo punto un solo interrogativo: ma perché anche l’Olanda? L’Olanda è la parte terminale della Lotaringia, dovrebbe andare d’accordo con noi. È tra i fondatori dell’Unione, Invece niente. Anzi, qualche volta pare trovarci un gusto particolare, a picchiare sul Club Med. Vorrebbe sempre fosse la semifinale dei Mondiali di Argentina. Il fatto è che di fronte ha il Mare del Nord, che poi altro non è se non un Mediterraneo anche quello, anche se molto più aperto. E anch’essa sente il richiamo di Canuto, ma si dimentica che nella storia d’Europa il sistema che è durato di più è quello immaginato da Ludovico il Pio. Adenauer, De Gasperi e Schuman in fondo non hanno fatto altro che copiare.

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