Giornata mondiale senza tabacco, chiamata ai giovani per dire no al vizio

Oms nel mondo, e Airc in Italia, ribadiscono l’invito a smettere di fumare. Una riflessione che si impone con maggiore forza pensando alle numerose patologie di cui il fumo è corresponsabile

(foto: Mario Tama/Getty Images)

La Giornata mondiale per dire no al tabacco ricorre il 31 maggio e, data la coincidenza con la pandemia, saranno in molti quest’anno a farsi una domanda in più sull’opportunità o meno di fumare. Come ricordato infatti dall’Organizzazione mondiale per la sanità (Oms), nelle domande e risposte in tema di “tabacco e Covid-19” “fumare qualsiasi tipo di tabacco riduce la capacità polmonare e aumenta il rischio di molte infezioni respiratorie”. […] E se Covid-19 è una malattia infettiva che attacca principalmente i polmoni, come ricorda l’organizzazione “il fumo compromette la funzionalità polmonare rendendo più difficile per il corpo combattere i coronavirus e altre malattie respiratorie”.

La pandemia impone quindi una riflessione in più ma il pericolo che il consumo di tabacco e nicotina rappresenta per la salute pubblica è nei numeri: più di sette milioni di persone muoiono ogni anno a causa del fumo, senza contare tutti i cosiddetti casi second-hand. Anche se c’è più consapevolezza rispetto al passato milioni di adulti, ma anche i più giovani, continuano a fumare. Proprio il tema delle nuove generazioni è al centro del focus annuale dell’Oms, che punta l’indice contro “i miti e le tattiche subdole” che l’industria utilizza per sedurre e incentivare il consumo. Secondo i dati della sorveglianza Gyts (Global youth tobacco survey) effettuata in Italia nell’anno scolastico 2017-2018, “i prodotti da fumo più utilizzati sono le sigarette di tabacco (1 su 5 le fuma quotidianamente)” e le ragazze sono“fumatrici abituali di sigaretta tradizionale nel 24% dei casi contro il 16% dei coetanei maschi.  Si comincia presto, inoltre, se è vero che la fascia di età di iniziazione è quella della scuola secondaria di primo grado, dai 10 ai 13 anni.

Il tema del fascino del fumo, in un’epoca dove stanno cambiando le tipologie di prodotti, con un approccio apparentemente più soft che non disabilita però il fattore dipendenza, spinge anche Airc, l’associazione italiana per la ricerca sul cancro, a sensibilizzare il pubblico, con una peculiare attenzione, data la sua mission, al tema della correlazione del consumo di tabacco con il rischio di sviluppare malattie oncologiche.

Il riferimento non va solo al tumore al polmone, ma anche a quelli del cavo orale e della gola e poi pancreas, colon, vescica, rene, esofago e seno. Se si escludono i tumori della cute, il tumore al polmone è il secondo per ricorrenza tra i soggetti di sesso maschile ma la sua incidenza è anche in aumento (+2,2 per cento) per il sesso femminile, come riporta l’ultimo rapporto su I numeri del cancro in Italia; tra le donne il tumore della mammella rappresenta il 30% delle neoplasie femminili (un incentivo in più a non cominciare). A differenza di altre cause di vario ordine che incidono nella genesi del cancro, gli stili di vita si possono correggere, considerando le numerose altre patologie di cui il fumo di tabacco è responsabile (come malattie cerebro-cardiovascolari e respiratorie in generale).

Sul sito di Airc, una sezione dedicata consente a chi vuole saperne di più di capire meglio i rischi; per l’annuale campagna legata al World No Tobacco Day, il messaggio del buon esempio è affidato all’atleta, campione di salto in alto, Gianmarco Tamberi; confermano il loro impegno anche i “Creators4AIRC”, i creativi e influencer che già nel 2019 si erano prestati a una campagna di sensibilizzazione mettendo sul piatto il loro potere virale.

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