F1, Mario Isola: “Mercedes con il DAS ha un vantaggio, ma non darei per spacciata la Ferrari”

Il conto alla rovescia sta per scadere. Il Mondiale 2020 di F1 è alle porte e nel weekend dal 3 al 5 luglio sul tracciato di Spielberg (Austria) si inizierà a fare sul serio. Un calendario iridato, come è noto, sconvolto dalla pandemia e noto solo per i primi otto round, tutti in Europa. Situazione non facile per i team, i piloti e anche per Pirelli, fornitore unico degli pneumatici nel Circus.

In queste settimane, sono state apportate delle modifiche sostanziali al regolamento tecnico e la FIA per il 2021 ha confermato l’uso delle gomme 2019 per espressa richiesta delle squadre. Per questo motivo, al fine di non sottoporre gli pneumatici a stress eccessivi che non erano stati previsti inizialmente, la Federazione ha definito la riduzione del carico aerodinamico (valutata nel 10% circa) con modifiche sostanziali al fondo davanti alle ruote posteriori. Da questo punto di vista il costruttore italiano di gomme ha ottenuto la possibilità di usare durante la stagione 2020 dei turni di FP2 per effettuare eventualmente dei test con gomme prototipo, qualora sia necessario modificare la costruzione delle coperture 2019 e garantire sicurezza.

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Rilevanti modifiche poi sulla suddivisione dei treni di pneumatici a disposizione per ogni GP: ogni pilota potrà fare affidamento su 8 soft, 4 medie e 1 hard. La Pirelli non ha più l’obbligo di annunciare la tipologia di mescole per ogni gara con un rilevante anticipo: prima erano 9 settimane per gli eventi europei e 15 per quelli al di fuori del Vecchio Continente, ora questo obbligo è saltato visto che il calendario è molto fluido e per il momento sono definiti soltanto i primi otto appuntamenti (fino al 6 settembre, a Monza).


A Spielberg la gamma sarà quella C2, C3 e C4. Una pista in quota (a 700 metri d’altezza), con aria rarefatta e sulla quale sarà un problema il raffreddamento dei freni e soprattutto della power unit. Un’alternanza di curve lente e di allunghi: quattro rettilinei in cui si superano i 300 km/h, un tratto misto guidato e curve secche da seconda e terza marcia che richiedono un’aerodinamica di medio-basso carico. L’asfalto liscio dovrebbe portare a un assetto ribassato sulle vetture. Per questo, quali saranno le conseguenze sulle gomme? A risponderci è stato il responsabile di Pirelli Motorsport in F1 Mario Isola, che nel corso di un’intervista a OA Sport (in collaborazione con Sport2U), ha chiarito che: “Il tracciato di Spielberg non è tra quelli più severi del campionato per le gomme. C’è un asfalto liscio e la difficoltà è quella del grip, però si correrà in un periodo nel quale ci aspettiamo di trovare temperature alte. E’ una pista “Stop&Go” con tante frenate e ripartenze. Questo si traduce in grande stress per gli pneumatici posteriori, soprattutto in termini di trazione“.

Isola si è poi concentrato sulle strategie: “Le squadre nelle ultime stagioni hanno lavorato per fare meno pit-stop, riducendo il numero di soste. C’è sempre il rischio che qualche imprevisto possa causare una perdita di tempo sostanziale quando si torna ai box, senza tener conto del traffico in pista. Per questo la scelta di una sosta dovrebbe essere quella maggiormente gettonata. Strategie che poi hanno chiaramente qualche ripercussione sulla prestazione pura del pacchetto pilota-vettura di qualche decimo, ma giustificate da una miglior gestione della gomma“.

In merito ai cambi tecnici, con la conferma della gomma 2019 anche per il 2021, le idee del responsabile Pirelli sono chiare: “Il posticipo delle gomme da 18 pollici nel 2022 è legato a qualcosa che non potevamo prevedere (la pandemia, ndr.). E’ chiaro che non sia ideale, ma di fatto ci troviamo in un contesto nel quale l’interesse delle squadre è il seguente: essere migliori degli altri. Per questo, ci sarà sempre discordanza di opinioni rispetto a una proposta di cambiamento e l’approvazione di alcune modifiche solo all’unanimità è impossibile. La F1 deve conciliare tre aspetti: essere uno sport, uno spettacolo e favorire lo sviluppo tecnologico. Sono concetti difficili da mettere insieme, come possiamo notare anche nella storia del Mondiale. E’ necessario trovare un compromesso“.

Non poteva mancare poi un’opinione sui valori in pista, che di fatto hanno il solo riferimento dei test a Barcellona: “Le prove in Catalogna sono ormai preistoria. Io credo che tutti si tengano sempre qualcosa, quindi fare delle valutazioni è difficile. Di sicuro, la Mercedes con il DAS non andrà a perderci. La possibilità di cambiare l’angolo di convergenza può chiaramente tradursi in un vantaggio nello sfruttamento degli pneumatici e in una stagione molto serrata come questa ogni particolare può essere determinante. Comunque, non darei per spacciata la Ferrari“.

IL VIDEO DELL’INTERVISTA A MARIO ISOLA

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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