Il Consiglio Federale di oggi ha ratificato la nomina di Lino Lardo quale nuovo allenatore della Nazionale femminile. Succede ad Andrea Capobianco, che aveva ripreso il ruolo di head coach nel 2019 dopo averlo già avuto tra il 2015 e il 2017. Si tratta del secondo cambio di titolare della panchina azzurra in poco meno di un anno, dato che Capobianco era tornato ad avere in mano l’Italia dopo l’uscita di scena di Marco Crespi. Per Lardo è la prima esperienza sulla panchina di una formazione femminile.
In molti ricordano l’illustre passato da allenatore di Lardo, ma pochi si soffermano su quello che, a tutti gli effetti, è stato anche un buon percorso di giocatore, da playmaker visto, tra le altre, a Torino, Forlì, Verona e Sassari (che allora giocava l’A2). La carriera in panchina inizia dalla città in cui appende le scarpette al chiodo, Bergamo, con l’allora Celana in B, portata in A2 nel 2001. E’ a Verona nella stagione 2001-2002, ed è l’anno in cui la Scaligera chiude i battenti prima di riaprirli nel 2007. Passato alla Viola Reggio Calabria, riesce, nella prima stagione, a sfiorare una semifinale clamorosa, contro la Benetton Treviso, andando a un tiro di JJ Eubanks dall’eliminare l’allora finalista di Eurolega, e rimanendo poi anche in quella successiva. Nel 2004 lo chiama l’Olimpia Milano del nuovo corso di Giorgio Corbelli come proprietario e Giorgio Armani come sponsor: stavolta la Benetton di Messina è battuta in semifinale, ma a spezzare i sogni di scudetto dell’allora Armani Jeans ci pensa Ruben Douglas in gara4 con il celebre tiro da dieci metri convalidato dall’instant replay. L’avventura milanese si chiude nella stagione 2005-2006 con l’allontanamento dopo una brutta sconfitta contro la Virtus Roma, allora Lottomatica, al Forum di Assago.
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federico.rossini@oasport.it
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