Se adotti un contadino a distanza, ricevi a casa i prodotti che coltiva

Tecnicamente “social farming”. È possibile attraverso la piattaforma Coltivatori di emozioni, che vuole così rilanciare tradizioni secolari in via di estinzione e dare nuova linfa alla microeconomie locali delle realtà rurali

(Foto: Getty Images)

La saggezza della cura degli ulivi e delle risaie, i gesti antichi della raccolta dell’uva e dei fiori dello zafferano. Dietro ai prodotti agricoli che arrivano sulle nostre tavole ci sono conoscenze e tradizioni secolari, che rischiano sempre più di scomparire. La fuga da borghi, montagne e campagne, insieme all’avanzare del cemento, fanno di chi sceglie di dedicarsi all’agricoltura quasi un rivoluzionario.

Per salvaguardare le conoscenze che permettono all’Italia di vantare 5mila prodotti alimentari tradizionali censiti, 299 specialità Dop (denominazione di origine protetta) e Igp (indicazione geografica protetta) e oltre 400 vini Doc (denominazione di origine controllata), nel 2016 è nato il progetto Coltivatori di emozioni. Una piattaforma di social farming, così si autodefinisce, che permette di adottare a distanza gli agricoltori che custodiscono il sapere contadino (mentre c’è chi lo fa con gli animali della fattoria).

Dal bergamotto calabrese al farro della Garfagnana, dagli apicoltori ai vignaioli, tramite il sito si può scegliere quale tradizione agricola sostenere, contribuendo economicamente a retribuire le ore di lavoro che servono per attività come aratura, trebbiatura, semina, raccolta. In cambio si ricevono alcuni prodotti dell’azienda adottata.

Tra gli obiettivi di Coltivatori di emozioni c’è la volontà di recuperare zone che sono a rischio di abbandono, di rilanciare tradizioni contadine in via di estinzione e di dare nuova linfa alla microeconomie locali delle realtà rurali.

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