Conte all’Aja da Rutte: “Non piena convergenza ma ottimo clima” 

AGI –  “Il clima è ottimo ma la convergenza non è piena”. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, riassume così l’incontro con il premier olandese, Mark Rutte, all’Aja. “La convergenza è quella sulla necessità di avere una rapida risposta europea”, ha confermato il capo dell’esecutivo assicurando l’importanza del prossimo vertice dell’Ue.

Al centro del confronto c’è sempre il Recovery fund con i suoi 750 miliardi. Rutte, portavoce dei Paesi frugali, ha chiesto che i fondi siano legati alle riforme. Conte, pur avendo assicurato che l’Italia “ha già avviato un grande piano di riforme e che anche gli altri Paesi Ue la devono seguire”, ha sottolineato che “non bisogna lasciarsi imbrigliare dalla burocrazia” perché il rischio è quello di rendere “inefficace il Recovery plan”. Nei prossimi giorni Conte vedrà la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il presidente francese, Emmanuel Macron.

“Un buon modo di prepararsi per un Consiglio europeo è parlare con i miei colleghi europei. Ecco perché ho accolto il primo ministro italiano Giuseppe Conte per una cena di lavoro all’Aja stasera”. Ha twittato Rutte. “Abbiamo discusso del nuovo bilancio Ue e della recente proposta per un fondo europeo per la ripresa”, ha aggiunto.

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© Afp

Cena tra Giuseppe Conte e Mark Rutte a l’Aja

La discussione è avvenuta al tavolo del ristornate italiano Impero romano, il preferito del premier olandese, e si è conclusa con una foto di Rutte con una bandiera tricolore. Gli elementi di incertezza restano però tanti.

A fare da mediatore oggi è stato anche il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, che ha proposto di ridurre il budget per il 2021-2027 a 1.074 miliardi di euro, il 2,36% in meno rispetto a quello indicato dalla Commissione europea, ma anche di mantenere il Recovery fund a 750 miliardi.

La proposta di un bilancio Ue da 1.074 miliardi per il settennio 2021-2027 si colloca a meta’ strada tra quella della Commissione (attorno a 1.100 miliardi) e quanto ipotizzato da Austria, Paesi Bassi, Svezia e Danimarca (circa 1.050 miliardi). Michel ha chiesto anche di confermare gli sconti che ricevono sul loro contributo al bilancio dell’Ue i Paesi Bassi, Danimarca, Svezia, Austria e la Germania perché versano a Bruxelles più di quello che ricevono con i vari programmi.

A complicare ulteriormente il quadro è stata l’elezione, a sorpresa, del ministro delle Finanze irlandese, Paschal Donohoe, alla presidente dell’Eurogruppo, che ha battuto la super favorita ministra spagnola Nadia Calvino. L’economista spagnola aveva il consenso dei ‘big four’ della zona euro, Germania, Francia, Italia e Spagna, che rappresentano circa l’80% del Pil dell’area. Ma il sostegno del fronte dei Grandi non e’ stato sufficiente a farle ottenere la vittoria. 

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