Il lavoro dopo Covid-19, tra nuove professioni, digitale e soft skills

Secondo Massimiliano Medri, Managing Director di Adecco, la conoscenza delle tecnologie digitali e la capacità di adattamento saranno cruciali nel mercato del lavoro post-pandemia

(foto: Welcome to all and thank you for your visit ! ツ da Pixabay)

I mesi di lockdown hanno impattato chiaramente sugli equilibri economici e le abitudini sociali, oltre che sulle vite di ognuno. A quasi tre mesi dall’avvio della cosiddetta fase 2 rimangono evidenti gli strascichi sui settori messi in ginocchio dalle misure di sicurezza, dal retail al turismo, così come gli impatti sui comparti anticiclici, come sanità e logistica che invece hanno visto incrementare in maniera considerevole i volumi.

Ma cosa significheranno per il mondo del lavoro queste oscillazioni? La prima certezza è che post-pandemia per trovare un’occupazione serviranno ancora di più le competenze digitali e le soft skills. A dirlo è Massimiliano Medri, Managing Director di Adecco.

“L’emergenza sanitaria ci lascerà una pesante eredità a livello economico”, la premessa. “Durante la fase 1 si è fermate oltre il 50% delle risorse che gestiamo quotidianamente. Questo stop ha penalizzato soprattutto alcuni settori, come trasporti, turismo, ristorazione, intrattenimento, eventi, automotive, tessile e calzaturiero. Realtà che nella maggior parte dei casi hanno subito un arresto totale”. Altri comparti, come la manifattura e l’edilizia “hanno subito un rallentamento nel corso della pandemia, ma stanno recuperando, piano piano, quanto perso”.

C’è poi da tenere in considerazione un elemento geografico. Il Sud è stato colpito meno duramente in termini di contagio ma, sottolinea Medri, “deve affrontare un contesto di disoccupazione già complesso prima dell’emergenza”. Per quanto riguarda il resto del Paese, “registriamo un grosso impatto sanitario e cali double digit sulle performance di business. Ma si tratta di aree che hanno una solidità strutturale che rende più semplice ripartire”.

Certo, ci sono settori che, proprio a causa della pandemia, hanno conosciuto un momento di crescita. Come l’ecommerce, le telecomunicazioni, il medico-farmaceutico, l’igiene e la pulizia. Invece realtà come il food&beverage, la grande distribuzione organizzata e le utilities che “non hanno subito impatti negativi significativi a causa del Sars-CoV-2 e hanno mantenuto sostanzialmente invariati i propri numeri”.

Cosa succederà a settembre? “Da lì in poi si aprirà davvero la partita per poter garantire l’occupazione degli italiani e crediamo che servirà un’ulteriore presa di responsabilità immediata del Governo”, spiega Medri. Al di là degli aspetti più prettamente giuridici e settoriali, il terreno di gioco per il mondo del lavoro è quello della formazione e delle competenze. Senza dubbio “le competenze digitali saranno fondamentali nel corso dei prossimi anni e la chiave di fronte a questo scenario è la formazione”, intesa come risposta alla carenza di professionisti digitali.

Si tratta di investire tempo e fondi nel progettare percorsi e modalità di upskilling e reskilling, abbracciando una visione a lungo termine nella direzione dell’employability e del lifelong learning. In quest’ottica Adecco ha lanciato un piano formativo straordinario dedicato alle competenze digitali. Un progetto che, da qui al 2022, coinvolgerà 17mila lavoratori assunti a tempo indeterminato dall’azienda di recruiting e che si pone l’obiettivo di fornire a queste persone le competenze che le aziende richiederanno nel prossimo futuro.

Oltre alla capacità di utilizzare le tecnologie digitali, per avere un vantaggio competitivo nel mercato del lavoro post-pandemia sarà importante sviluppare le soft skill. Ovvero quelle capacità relazionali e sociali che vanno oltre quelle strettamente professionali, ma sono ugualmente importanti. “La capacità di organizzazione è una skill quasi impagabile in questo periodo”, spiega Medri, “anche se ritengo che la più importante sia la capacità di adattamento. Un’attitudine che è stata messa a dura prova dalle misure di lockdown.

Allentate le quali, ne è convinto il Managing Director di Adecco, al centro del dibattito sul mercato del lavoro tornerà anche il tema della flexicurity. Ovvero della necessità di garantire, allo stesso tempo, flessibilità alle aziende e diritti ai lavoratori. Si tratta, in altre parole, di implementare un modello normativo “in cui vengano coniugate l’esigenza di flessibilità imposta dal mercato e le garanzie di sicurezza e continuità lavorativa di ogni lavoratore”. Anche da qui passa la ripartenza dopo Covid-19.

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