Indagati ex commissari salute Calabria Scura e Urbani

(ANSA) – CATANZARO, 29 LUG – Da nove anni percepivano
emolumenti aggiuntivi illegittimi, decretati dalla struttura
commissariale. Con questa accusa i finanzieri del Comando
provinciale di Catanzaro hanno sequestrato beni per oltre un
milione e indagato per abuso d’ufficio 5 dirigenti veterinari e
l’ex commissario ad acta per il piano di rientro del debito
sanitario della Calabria Massimo Scura, l’ex sub commissario
Andrea Urbani – attuale direzione generale della programmazione
sanitaria del ministero della Salute – e il coordinatore della
task force veterinaria Pasquale Turno. Secondo l’accusa, le
indennità non erano dovute, in quanto, per norma di legge,
l’incarico ricoperto non avrebbe dovuto comportare retribuzioni
aggiuntive. L’operazione è stata denominata “Artemide”.
    I finanzieri, in esecuzione di un provvedimento emesso dal
gip, hanno eseguito un sequestro
preventivo per 351.093,25 euro nei confronti di Fabio Arigoni,
di Roccabernarda (Crotone), dirigente veterinario dell’Azienda
sanitaria provinciale di Crotone; di 273.664,18 euro a Gianluca
Grandinetti (58), di Soveria Mannelli, dirigente veterinario
dell’Asp di Catanzaro; di 323.649,74 euro a Maurizio Anastasio
maurizio (63), di Rende (Cosenza), dirigente veterinario
dell’Asp di Cosenza; di 86.247,36 euro a Achille Straticò (58),
di Bisignano (Cosenza), dipendente dell’Asp di Cosenza; e di
75.529,10 a Giuseppe Loprete (73), di Marina di Gioiosa Ionica
(Reggio Calabria), già dipendente dell’Asp di Reggio Calabria,
ora in pensione. Si tratta di cinque dirigenti medici veterinari
individuati dalla regione Calabria per far parte della “task
force veterinaria”.
    Dalle indagini, condotte dal Nucleo di polizia
economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catanzaro
sotto la direzione del pm Chiara Bonfadini e con il
coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e del
procuratore Nicola Gratteri, è emerso che a partire dal 2011 e
fino al 2019 i componenti della task force, pur essendo stati
impiegati ai sensi della legge regionale 8/2003 – che prevede la
possibilità di utilizzo dei dipendenti delle Aziende sanitarie
regionali senza oneri aggiuntivi – avevano indebitamente
percepito tre differenti emolumenti non dovuti. (ANSA).
   

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