Inizia in cinque paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: Cina, Francia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti. Obiettivo: aiutare gli utenti a prendere decisioni informate
Twitter segue l’esempio di Facebook e YouTube: inizia a etichettare gli account dei funzionari governativi e dei media controllati dalle autorità in cinque paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ovvero Cina, Francia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti. “Per trasparenza e praticità, stiamo cominciando con un gruppo di paesi limitato e chiaramente definito, prima di espanderci in futuro”, fa sapere sul suo blog.
When it comes to conversations with government and state-affiliated media accounts on Twitter, we’re helping to make the experience more transparent.
We’ll now use two distinct profile labels for these types of accounts, so you can easily identify them and their Tweets. (1/2) pic.twitter.com/JW67o422MO
— Twitter Support (@TwitterSupport) August 6, 2020
Oltre a ciò, Twitter smetterà di suggerire i tweet provenienti dagli account dei media considerati totalmente sotto il controllo del proprio governo. Saranno esclusi da tale sistema quelli che ricevono finanziamenti pubblici ma mantengono l’indipendenza editoriale. Sempre nel blog, viene spiegato che il nuovo sistema di etichette sarà utile agli utenti per prendere decisioni informate: “Riteniamo che questo sia un passo importante. Quando le persone vedono un resoconto delle questioni geopolitiche di un altro paese, hanno così modo di comprendere la sua affiliazione nazionale e chi rappresenta”.
Gli account interessati dall’etichettatura saranno quelli dei funzionari governativi chiave, ossia ministri degli esteri, rappresentanti istituzionali, ambasciatori, portavoce ufficiali, leader diplomatici rilevanti…. Per quanto riguarda i media affiliati a uno stato, Twitter monitorerà quelli su cui il governo esercita il controllo dei contenuti editoriali mediante risorse finanziarie, pressioni politiche dirette o indirette e il controllo sulla produzione e distribuzione. Qui gli account etichettati saranno quelli della testata giornalistica, dei redattori-capo e altri apicali.
Aveva cominciato YouTube, nel 2018, a seguire una politica di etichette per gli account statali; poi, era stata la volta di Facebook, che dal giugno 2020 segnala i media di proprietà di uno stato. E adesso anche Twitter va nella stessa direzione. Il social network dell’uccellino azzurro si aggiudica, però, il primato di essere la prima piattaforma a bloccare questi account indipendentemente dalle raccomandazioni degli algoritmi.