Pianeti superabitabili, esiste una Terra migliore?

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(Credits: Yuri_B da Pixabay)

Là fuori potrebbero esistere non solo pianeti abitabili, ma mondi superabitabili: pianeti più adatti ad ospitare la vita rispetto alla nostra Terra. E su cui varrebbe la pena di scommettere nella caccia alla vita extraterrestre: hanno condizioni per certi versi più promettenti per consentire lo sviluppo di una vita complessa e meritano per questo una priorità più alta per le future osservazioni spaziali. A sostenerlo è uno studio pubblicato sulla rivista Astrobiology, da Schulze-Makuch,dell’Università dello stato di Washington, Rene Heller del Max Planck Institute for Solar System Research e Edward Guinan dell’Università di Villanova. Tra i circa 4500 esopianeti conosciuti, spiegano, almeno 24 sarebbero superabitabili. Cosa li rende così speciali?

Pianeti superabitabili, questione di temperatura, dimensioni e tempo

Quando si parla di pianeta abitabile si intende in genere un pianeta che si trova nella fascia di abitabilità della sua stella, a una distanza cioè tale per cui l’acqua – l’elemento chiave della vita, per come la conosciamo – possa esistere in forma liquida. Ma il discorso è ben più complesso. Dimensioni, massa, temperatura e umidità atmosferica giocano un ruolo chiave nel classificare come abitabile e super-abitabile o meno un pianeta, spiegano i ricercatori. In particolare, suggeriscono gli autori, non basta che un pianeta sia come noi: deve essere più di noi per essere superabitabile.

Per esempio, scrivono: un pianeta il 10% più grande della Terra dovrebbe avere più terra abitabile. Parimenti, con più massa, circa 1,5 quella terrestre, il nucleo dovrebbe rimanere caldo più a lungo e con più gravità l’atmosfera sarebbe trattenuta più a lungo. Un bene, biologicamente parlando: calore e umidità atmosferica rappresentano caratteristiche più favorevoli allo sviluppo della vita, basti pensare alle foreste pluviali terrestre, che abbondano di vita, spiegano gli esperti. Ma le condizioni su un pianeta dipendono in gran parte dalla sua stelle. Per esempio, stelle nane K, hanno una vita molto più lunga del nostro Sole, una stella di tipo G, e potrebbero così fornire più tempo perché la vita complessa possa svilupparsi.

I pianeti superabitali, quali sono

Sebbene un conteggio esatto di questi pianeti potenzialmente superabitabili sia impossibile date le incertezze del modello proposto e i limiti delle osservazioni compiute finora, i ricercatori identificano almeno 24 candidati superabitabili, sulla carta.

Uno sguardo più attento rivela che – scrivono i ricercatori nel paper – nove di loro orbitano attorno a stelle K, sedici hanno un’età compresa tra 5 e 8 miliardi di anni, considerata ideale per lo sviluppo di forme di vita complesse, e cinque sono nell’intervallo di temperatura ottimale per un pianeta superabitabile. Tuttavia, continuano, solo uno dei candidati (KOI 5715.01) soddisfa tre dei criteri, sebbene la sua temperatura globale presunta sarebbe più bassa della Terra. Nella lista dei pianeti suparabitabili figurano anche Kepler 1126b, Kepler-69c già noti nelle cronache spaziali per le loro promesse di vita.

La caccia continua

I limiti tecnologici impediscono a oggi di verificare davvero quanti e quali pianeti soddisfino queste caratteristiche: non possiamo conoscere nel dettaglio la temperatura globale, la quantità di aree terrestri presenti o quale sia la massa di un pianeta. Tuttavia, non è detto che non potremo farlo in futuro. Magari, concludono gli autori, puntando gli occhi su quelli più facili da osservare: quelli a noi più vicini.

Riferimenti: Astrobiology

Credits immagine di copertina: Yuri_B da Pixabay

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