Scovava “cimici” per Procura e clan, 6 arresti

(ANSA) – NAPOLI, 22 OTT – Bonificava ambienti dalle microspie
per conto della Procura e, mediante l’intermediazione di un ex
appartenente alle forze di polizia, anche per il clan Puca:
figura un tecnico, dipendente di una ditta privata, tra le sei
persone arrestate oggi dai Carabinieri del Nucleo Investigativo
di Castello di Cisterna (Napol) che stamattina hanno eseguito
un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di
Napoli su richiesta della DDA.
    Tra i destinatari dei provvedimenti anche quattro esponenti di
spicco dei Puca di Sant’Antimo (Napoli).
    Le indagini, a cui hanno fornito contributi anche alcuni
collaboratori di giustizia, vanno dal novembre 2019 al settembre
2020: l’esperto, in cambio di “mazzette”, scovava microspie in
abitazioni, autovetture e uffici riconducibili alla cosca
camorristica, tra Sant’Antimo e i comuni vicini. Uno degli
arrestati inoltre avrebbe danneggiato una telecamera di
sorveglianza fatta installare dai carabinieri nei pressi
dell’abitazione di Pasquale Puca, alias “o’ minorenn”,
indiscusso capo dell’omonimo clan, per tenerlo sotto controllo.
    I provvedimenti sono stati notificati tra Tolmezzo (Udine),
Napoli e la provincia (Casalnuovo, Melito e Sant’Antimo).
    Le contestazioni, a vario titolo, dei pm antimafia partenopei
vanno dalla corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio
alla corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio,
dal danneggiamento di sistemi informatici o telematici di
pubblica utilità, al favoreggiamento personale. Tutti i reati,
infine, sono aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.
    (ANSA).
   

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