Per il Parlamento europeo la carne può essere vegetale, il latte no

A distanza di pochi giorni l’assemblea è stata chiamata a deliberare sulle alternative vegetali di latte e carne. Con due esiti opposti

latte
(Foto via Pixabay)

Dopo il via libera ai termini che rimandano alla carne per i prodotti vegetali, il Parlamento europeo ha deciso invece per una misura più rigida per quanto riguarda le denominazioni dei prodotti lattiero-caseari. Con un voto dell’assemblea plenaria, l’assemblea ha deciso di ribadire l’opposizione all’uso del nome latte per prodotti a base di soia, mandorla e altri derivati di origine non animale.

Già dal 2017, con la decisione dell’Europarlamento di tutelare la produzione del latte in Europa, è vietato in tutti i paesi dell’Unione utilizzare nomi come latte di soia, latte di avena e simili sulle etichette dei prodotti in commercio, così come sono vietati i nomi di burro, yogurt o formaggio associati a ingredienti di origine vegetale. Ma con il recente voto, il Parlamento ha deciso una ulteriore stretta che vieta anche “le evocazioni e le imitazioni: per esempio l’uso di espressioni come bevanda tipo latte o succedaneo del latte”, si legge nelle parole del presidente di Assolatte, Paolo Zanetti, riportate da Il Sole 24 Ore.

Insomma, mentre le ragioni dell’industria della carne non sono state ascoltate, l’Europarlamento ha mantenuto la linea dura sulle tutele per l’industria del latte. Inoltre, con il giro di vite su possibili associazione terminologiche che possano ingannare i consumatori, potenzialmente fuorviati da termini come “stile”, “genere” o “tipo”, il Parlamento arriva nei fatti a garantire ai prodotti caseari e a quelli lattieri una tutela simile a quella riservata ai prodotti Dop e Igp.

La decisione del parlamento rappresenta certamente un’ulteriore vittoria per i produttori di latte e dei suoi derivati in tutta Europa, un mercato che ha sostanzialmente retto bene l’urto delle chiusure e dei lockdown con una crescita sia nella produzione sia nell’esportazione di prodotti derivati, come evidenzia l’osservatorio europeo. Tra gennaio e agosto 2020, per esempio, le esportazioni di burro europeo verso le principali destinazioni fuori dall’Unione sono aumentate del 42% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Ma sta crescendo al contempo anche il mercato delle alternative vegetali. Secondo le stime diffuse dal sito The Vegan Society, infatti, il settore delle bevande vegetali in Europa nel 2019 ha prodotto un giro d’affari complessivo di oltre 1,7 miliardi di euro e nel complesso occupano una fetta di mercato del 14% sull’intero settore.

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