Morra resta nel mirino, ma la maggioranza ora attacca la Rai

AGI – Le parole di Morra sulla Calabria e sull’ex presidente della Regione, Santelli, non sono state affatto gradite né dagli altri partiti della maggioranza e neanche all’interno del Movimento 5 stelle. Ma sulla scelta della Rai di bloccare l’intervento nella trasmissione ‘Titolo V’ Pd e pentastellati fanno blocco: decisione sbagliata, serve un chiarimento da parte dell’Ad Salini, mentre il renziano Anzaldi si spinge a chiedere le dimissioni dell’interno Cda.

La scelta di ieri è arrivata dopo un’interlocuzione del direttore di rete e i vertici dell’azienda di viale Mazzini, a seguito di numerose proteste. “Da parte di Forza Italia”, accusa il pentastellato Di Battista. Si è deciso di adottare – la replica della Rai – una linea “di massima prudenza e tutela per evitare di alimentare le molte polemiche che si stavano sviluppando su un tema così complesso”. Ed ancora: Morra “avrà altre opportunità, sempre attraverso le reti del Servizio Pubblico ed eventualmente nello stesso Titolo V, per esprimere i suoi punti di vista”.

Ma, al di la’ del ‘caso tv’ la distanza tra Morra e il Pd si acuisce. Perché il presidente della Commissione Antimafia si scusa per le sue affermazioni (“Era noto a tutti che la Santelli fosse una grave malata oncologica, ognuno dev’essere responsabile delle proprie scelte”) ma non arretra. “Se dai fastidio alla mafia ti infangano e ti sporcano”, il suo ‘refrain’. I dem chiederanno la sua sostituzione in Commissione Antimafia ma l’esponente M5s non intende lasciare. Del resto non è prevista la possibilità di una sua sfiducia.

Il centrodestra però proverà in tutti i modi a far sì che ci sia il suo passo indietro. Diserterà le riunioni. “Prima o poi sarà costretto a dimettersi”, la linea. Per il Pd l’atteggiamento di Morra rischia di minare la credibilità della Commissione. Punterà perlomeno al chiarimento, a fare in modo che il suo operato di presidente sia condiviso ad ogni passo. Ma c’è un problema anche di numeri, perché con Morra si sono schierati diversi senatori, soprattutto quelli vicini a Di Battista. Il timore è che l’ala ‘barricadera’ abbia voluto sollevare il caso per stoppare ogni tipo di tentativo di collaborazione tra la maggioranza e Forza Italia. Per portare M5s sulle posizioni anti-berlusconiane e condizionarne la strategia.

Intanto il capo politico M5s, Crimi, accelera sul post Stati generali, incontrando i facilitatori M5s in vista del voto su Rousseau sul documento finale. Proprio su ‘Rousseau’ è in vista una nuova ‘querelle’. Lunedì Casaleggio presenterà il piano di autofinanziamento dell’associazione. “L’associazione Rousseau riceve parte del taglio dei nostri stipendi e trovo veramente poco sobrio in un momento come questo che si organizzi una raccolta fondi per l’Associazione Rousseau”, la protesta di Gallo, deputato M5S e portavoce di Parole Guerriere.

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