>ANSA-BOX/Non solo la messa, a Bono domenica è senza caccia

(ANSA) – SASSARI, 13 GEN – A prescindere dalle decisioni del
Governo nazionale e regionale, domenica 17 gennaio a Bono non si
caccia. A vietare l’accesso delle doppiette nel territorio del
Comune in provincia di Sassari è l’ordinanza firmata oggi dal
sindaco Elio Mulas. Già assurto agli onori della cronaca
nazionale insieme al suo vice Nicola Spanu per aver sfidato tra
Natale e Capodanno – e poi ancora all’Epifania – le gerarchie
ecclesiastiche, vietando le messe in presenza nelle chiese del
paese, il sindaco torna a far parlare di sé con un provvedimento
che, prevenendo ogni eventuale contenzioso tra fonti normative
gerarchicamente sovraordinate, sospende l’attività venatoria nel
territorio di Bono.
    Per ora cacciare è consentito, ma le decisioni attese da Roma
venerdì con le nuove ordinanze che assegneranno le fasce alle
varie Regioni, con relative restrizioni, potrebbero impedirlo,
inducendo il presidente della Regione Christian Solinas a una
deroga analoga a quella firmata il 9 gennaio per permettere
anche domenica prossima l’attività dei cacciatori sardi. Elio
Mulas si porta avanti col lavoro e interdice il territorio di
Bono per un motivo semplice: l’emergenza sanitaria in paese è
ben più grave di quanto non dicano i numeri ufficiali. “Non si
può andare a messa, figuriamoci se si può andare a caccia”,
dichiara il sindaco con una chiarezza che disarma, è il caso di
dire, i cacciatori.
    “Ho adottato il provvedimento a scanso di equivoci,
sollecitato da chiarimenti chiesti dalle compagnie di caccia.
    Avendo vietato di entrare e uscire da Bono se non per lavoro,
salute o giustificati motivi, insomma siamo in zona rossa –
chiarisce il primo cittadino – ho sciolto ogni dubbio
interpretativo e ho sospeso espressamente la caccia”.
    L’ordinanza parla chiaro: l’attività venatoria non è tra i
giustificati motivi per cui si può entrare e uscire dal
territorio comunale sinché vigono le misure restrittive
stabilite dall’ordinanza della discordia, quella del 5 gennaio.
    (ANSA).
   

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