Venezuela: Guaidó due anni fa si autoproclamava presidente

(ANSA) – CARACAS, 23 GEN – Due anni fa, il 23 gennaio
2019, il leader dell’opposizione e presidente dell’Assemblea
nazionale (An), Juan Guaidó, si autoproclamava presidente ad
interim del Venezuela, ricevendo il sostegno degli Usa, della
Organizzazione degli Stati americani (Osa), di moltissimi Paesi
latinoamericani e di quasi tutti i Paese dell’Unione europea
(Ue).
    Suo obiettivo fu di “porre fine alla dittatura” del
presidente “illegittimo” Nicolás Maduro e di avviare una
transizione verso la democrazia con la realizzazione di libere
elezioni.
    Allo scadere del secondo anno di questa impresa, tuttavia,
Maduro continua ad avere, nonostante durissime sanzioni imposte
dagli Usa e il congelamento di importanti risorse finanziarie,
il controllo delle istituzioni, avendo potuto anche insediare un
Parlamento a lui favorevole il 6 dicembre scorso.
    Guaidó è sceso in piazza oggi a Maracaibo per una protesta
mostrando cartelli di sostegno a bambini e anziani che “muoiono
di fame”, ma senza esplicito riferimenti a quel 23 gennaio.
    Il leader oppositore può ancora vantare un ampio sostegno
della comunità internazionale. Il segretario di Stato di Joe
Biden, Antony J. Blinken, ha ribadito l’appoggio a Guaidó in una
testimonianza in Senato, aggiungendo che la politica di Trump “ovviamente” non ha raggiunto in Venezuela gli obiettivi voluti.
    E anche la Ue ha modificato la sua posizione, sottolineando
il ruolo di Guaidó, non più come presidente ad interim, ma come “importante leader oppositore”.
    Intervistato dalla Voz de America, il politologo Ricardo Ríos
ha detto che la proclamazione di Guaidó come presidente ad
interim “fu una giocata di laboratorio” che ha generato
aspettative, “creando i presupposti per un possibile negoziato”.
    Ma il ‘progetto Guaidó ha poi perso l’appoggio della piazza,
per gli errori del 30 aprile 2019, “quando guidò un tentativo di
rovesciare con le armi Maduro che fini con la maggior parte dei
promotori arrestati o fuggiti in esilio”.(ANSA).
   

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