Stress da pandemia, ecco lo studio con le avvertenze

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Una ricerca spiega come affrontare lo stress da pandemia

Le principali cause dello stress da pandemia sono state causate dal lungo lockdown del primo semestre 2020

 

Secondo un documento redatto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, lo scorso ottobre, sarebbe quasi il 60% della popolazione europea a presentare i  sintomi di quella che è stata definita “pandemic fatigue”, o stanchezza da pandemia, una condizione di stress che avrebbe colpito molte persone durante la seconda ondata di Covid-19.

Se infatti durante il primo lockdown la maggior parte di noi è riuscita ad aggrapparsi a una sorta di istinto di sopravvivenza,  con il perpetrarsi dell’emergenza sanitaria la situazione è diventata molto più difficile da sostenere.

Ad illustrarlo chiaramente la dottoressa Maria Beatrice Toro, psicoterapeuta e autrice del nuovo libro “Oltre la pandemia.  Come superare (bene) ansia, rabbia e stress”, co-edito da Morellini Editore e Pulsa Editore.

“Con la seconda ondata sono aumentate demotivazione, apatia, paura, reazioni irrazionali, manifestazioni negazioniste, comportamenti aggressivi, ritiro relazionale e trascuratezze che rivelano che stiamo perdendo energie come persone e come collettività” – spiega infatti la dottoressa Toro – “Il problema è che l’emergenza sta durando da tanto tempo e il sovraccarico emotivo pesa ogni giorno di più. Da qui il logoramento da pandemia”.

Stanchezza da pandemia: di cosa si tratta

Nel suo libro la psicoterapeuta Toro spiega come il termine “fatigue” sia solito indicare uno stato di logoramento e affaticamento tipico in situazioni che comportano un eccessivo carico emotivo prolungato nel tempo, come malattie croniche, problemi familiari ma anche relazionali ed economici, costanti e persistenti.

La pandemic fatigue sarebbe dunque una risposta mentale allo stress generato, inevitabilmente, dalle ripercussioni che la pandemia ha avuto – e continua ad avere – nella nostra vita di tutti i giorni, tra limitazioni, regole da rispettare, rinunce e incertezza per il futuro. Oltre all’effettiva minaccia per la salute, a cui si associa la paura di contagio per sé e i propri cari, l’emergenza sanitaria ha infatti determinato importanti cambiamenti in ciascuna sfera della nostra esistenza, da quella personale a quella lavorativa, fino a quella economica e familiare, dando origine così,  in alcune persone, a uno stato di stress.

I sintomi di questa stanchezza da pandemia?

Possono essere diversi ma sono stati per lo più associati a stati d’ansia, affaticamento mentale e fisico, apatia, pessimismo, demotivazione oltre che rabbia e paura. Stati d’animo che si accompagnano spesso ad alterazioni psicofisiologiche come ipervigilanza (ovvero perenne stato di allerta), disturbi del sonno e aumento della frequenza e della pressione cardiaca.

Senza contare che secondo l’Oms tra le conseguenze più gravi della pandemic fatigue ci  sarebbe l’abbassamento della soglia di attenzione e dunque una minore propensione a rispettare quelle regole determinanti per proteggersi dal contagio.

Stanchezza da pandemia: come affrontarla

Imparare a gestire lo stress e tornare a stare bene però è possibile. Per questo la psicoterapeuta Toro nel suo manuale di self help suggerisce delle strategie utili per affrontare la pandemic fatigue. 

Prima regola:  ammettere, anche a se stessi, il proprio disagio, senza colpevolizzarsi e senza provare vergogna. Alla consapevolezza personale va anche associata una buona dose di razionalità: è dunque fondamentale acquisire delle competenze reali su quello che sta accadendo, facendo riferimento a fonti affidabili.

E se in presenza di molti sintomi il consiglio resta quello di rivolgersi a uno specialista, nel caso di lieve stress può essere utile ricorrere a strumenti di auto-aiuto basati sulla cosiddetta psicologia positiva. Questo approccio, basato sulla fiducia nella fondamentale capacità di evolvere di ogni essere umano, ha infatti dimostrato come spesso siano proprio le situazioni di crisi a indurci a far emergere risorse interne che non sapevamo di possedere.

Creatività e abilità di costruire nuove relazioni con le persone che ci sono vicine, sono altre strategie che possono fare la differenza in questa situazione, aiutandoci a focalizzarci su quello che ancora abbiamo nel presente e non solo su quello che l’emergenza sanitaria ci ha tolto.

“Non è necessario aspettare che i problemi  finiscano per essere di nuovo felici – afferma la dottoressa Toro – si tratta, piuttosto, di una questione di consapevolezza” , riporta VanityFair.it.

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