Che cos’è Sabmyk, la teoria del complotto che vuole prendere il posto di QAnon

Appena nata, conta già su un milione di follower radunati soprattutto su Telegram, ma ancora non è chiaro dove voglia andare a parare (e forse è solo una grande trollata).

L’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca ha lasciato decisamente spiazzati gli adepti della teoria del complotto QAnon. L’attesa di Donald Trump alla testa dell’esercito – pronto ad arrestare il neo-eletto presidente e tutta la cabala di pedofili satanisti che gli stanno dietro – si è rivelata vana: Trump non si è visto e i militari nemmeno. Nel più classico meccanismo dietrologico, gli adepti di QAnon hanno fatto in fretta a creare una nuova narrazione, secondo cui il giorno del trionfo sarebbe in realtà stato il 4 marzo (per intricate ragioni che fanno riferimento a usanze presidenziali superate da secoli). Trascorsa anche questa data, in una sfiducia inevitabilmente crescente, si è confidato nel 20 marzo, ma ancora una volta: niente.

Era inevitabile che i nodi venissero al pettine e che – in un’attesa messianica costantemente frustrata – anche i più accesi sostenitori di QAnon mollassero il colpo. E adesso? Dalle scie chimiche alla Terra piatta, da George Soros a Bill Gates, dal Pizzagate fino a QAnon, una sola cosa è certa: non appena viene meno una teoria della complotto ce n’è un’altra pronta a prenderne il posto e a soddisfare ciò di cui i complottisti sono davvero in cerca: una semplice chiave di lettura del mondo e l’illusione di essere a conoscenza di un segreto ancora ignoto al resto del mondo.

E così, non appena QAnon ha cominciato a perdere colpi, una nuova narrazione – ancor più folle ed esoterica – ha iniziato a subentrare, cercando di pescare direttamente tra i delusi dalle profezie mai avverate di Q e dal mancato ritorno in pompa magna di Donald Trump. Secondo la ricostruzione fatta dalla ong anti-razzismo Hope Not Hate, il 27 gennaio (non a caso pochissimi giorni dopo l’insediamento di Biden) fa la sua prima comparsa su Telegram un gruppo apparentemente pro-QAnon, chiamato British Patriots Party (citazione del movimento di estrema destra Britain First). 

Si tratta semplicemente dell’ennesimo gruppo complottista migrato su Telegram? A quanto pare, no: “Il canale non è quello che sembra”, ha scritto Gregory Davis nel report di Hope Not Hate. “Fa parte di un ampio network di oltre un centinaio di canali creati sulla piattaforma dall’inizio di gennaio, ciascuno dei quali è stato cucito su misura per attirare delle comunità specifiche e promuovere invece una narrativa quasi religiosa.

Una parte di questi canali si rifa direttamente a QAnon  – per esempio sfruttando il nome di Rudy Giuliani o slogan inequivocabili come WWG1WGA (Where We Go One We Go All) – molti altri si rivolgono invece ai cristiani evangelici, alla tradizionale estrema destra e anche agli appassionati di UFO. Alcuni di questi canali sono attivi in lingua tedesca, mentre quelli per il pubblico spagnolo, francese e italiano sono in lingua inglese. Da questo punto di vista, vale la pena di segnalare come su Twitter sembrano essere molto attivi degli account (apparentemente) giapponesi e coreani, mentre è facile trovarne i relativi account italiani su Facebook. Nella maggior parte dei casi, però, si tratta di profili di creazione sospettosamente recente (solitamente il gennaio di quest’anno) e i cui post sembrano essere tradotti da altre lingue con Google Translate.

Un dettaglio non di poco conto, visto che la maggior parte di questi canali – come segnala anche Gregory Davis – “diffonde contenuti quasi identici. Ogni canale produce solo una piccola quantità di post unici, solitamente materiale anti-vaccinista o di QAnon preso da altre piattaforme e pubblicato senza crediti. Eppure, nonostante la mancanza di contenuti originali, ciascuno di questi canali dà l’impressione di essere estremamente attivo, pubblicando anche sessanta post presi da altri canali del network in un solo giorno”

La sensazione, insomma, è che quello che appare un network internazionale con centinaia di gruppi sparsi su tutti i social network sia in verità il lavoro di qualcuno che negli ultimi mesi ha aperto una quantità di profili in tutte le lingue possibili e che impiega in maniera massiccia le traduzioni automatiche per essere presente in più nazioni. I seguaci, invece, sono reali: il gruppo più grande, presente su Telegram e apparentemente dedicato a QAnon, può contare su 125mila esponenti. Secondo una stima di Newsweek, gli oltre cento gruppi e canali individuati metterebbero assieme oltre un milione di follower.

Ma se i contenuti dedicati a QAnon, ai vaccini o agli Ufo sono solo uno specchietto per le allodole, a cosa mirano davvero questi canali sorti come funghi su Telegram e altrove? A unire tutti i gruppi è la frequenza con cui compare un nome: Sabmyk. Chi è costui? I particolari sono oscuri e il cuore di questa nuova teoria del complotto ancora poco chiari.  A grandi linee, Sabmyk è però una figura messianica che ha preso coscienza il 21 dicembre 2020 (solstizio d’inverno, niente di particolarmente originale), il cui avvento è atteso in tempi brevissimi e che riporterà la giustizia – sconfiggendo le forze pedofile sataniste che qui ritornano come in QAnon – brandendo la mitologica (ma in realtà mai sentita) spada di Shawunuwaz.

Un mix di elementi presi da QAnon a cui viene aggiunto un pizzico di esoterismo, con un tocco finale dal sapore religioso. Ma questa vicenda ha anche una protagonista in carne e ossa: la presunta artista iraniana basata in Germania che si fa chiamare Principessa Ameli Achaemenes (la trovate anche su Twitter, ma il seguito è scarsino), e che il 22 dicembre ha annunciato al mondo  la profezia di Noè secondo cui “il regnante dei regnanti diverrà conscio il 21 dicembre 2020, il giorno in cui Zeus si riunisce con le forze primordiali e il momento in cui Orione inizia. Il suo nome è Sabmyk”.

Prima che abbiate qualche dubbio, nessuna profezia di Noè recita cose del genere e in nessuna mitologia viene nominato né Sabmyk né la spada di Shawunuwaz. Tutto sembra essere frutto dell’immaginazione di questa Ameli Achaemenes, che afferma di essere di nobile stirpe persiana e di aver ricevuto la spada ancestrale di Shawunuwaz da George Soros nel 1992 (sospiro di sollievo: Soros non manca neanche qui). Le cose a questo punto si fanno ancor meno chiare, ma in generale sembra che questa entità di nome Sabmyk abbia fatto l’amore con Ameli Achaemenes e sia quindi adesso ufficialmente il legittimo nuovo Re di Orione e di Atlantide, il primo dopo diecimila anni che, brandendo la sua spada, farà finalmente giustizia là dove perfino Donald Trump ha fallito.

A questo punto, tanto vale farla breve: il giorno dell’avvento di Sabmyk sarebbe il 2 di aprile e qualcuno ha messo in connessione Sabmyk con l’attesissimo ritorno di John Fitzgerald Kennedy (un altro grande classico dei più fanatici sostenitori di QAnon). Secondo le ricostruzioni, la stessa Ameli Achaemenes non esisterebbe e tutta l’operazione sarebbe stata orchestrata dal performer e artista di Berlino Sebastian Bieniek, che avrebbe da solo creato 136 canali su Telegram (e non solo) e una marea di account al solo scopo di attrarre verso questa nuova teoria i delusi da QAnon. Tra gli elementi impiegati per identificarlo, Hope Not Hate segnala un post in cui Achaemenes affermava che per riconoscere Sabmyk si dovessero cercare i simboli distintivi sul suo corpo, tra cui 17 cicatrici a forma di V. Guarda caso, una delle performance artistiche visibili sul sito di Bieniek, poi cancellata dal sito, consisteva proprio nell’autoinfliggersi ferite a forma di V per 16 giorni consecutivi.

Ma come hanno fatto a individuarlo? In realtà, la fama di Bieniek in questo genere di operazioni lo precede: oltre ad aver pubblicato nel 2011 un libro, RealFake, in cui raccontava nei dettagli come aveva promosso se stesso e la sua arte tramite l’inganno, Bieniek ha anche già creato tre identità fittizie di artisti per vendere le sue opere (Vincent Van Volkmer, Arthur Sosna e Elias Maria Reti), con risultati economicamente anche non di poco conto (circa 24mila euro solo negli ultimi tre mesi).

Sabmyk è quindi una performance artistica camuffata da teoria del complotto? A quanto pare, le cose non sono così semplici: “La sua lunga storia di manipolazione dei social media fa pensare più a un’ossessione per la fama e per il successo che a un progetto artistico”, ha spiegato Davis parlando con l’Independent. “È improbabile che creda a qualcosa del materiale che sta tirando fuori ed è possibile che si sia avvicinato a queste comunità perché le considera quelle in cui ha più probabilità di ricevere ascolto, nel suo tentativo di creare un culto attorno a se stesso.

Performance artistica, mitomania o forse trollata? Chi può dirlo, l’unica cosa certa è che questa teoria del complotto sembra essere stata creata a tavolino sfruttando elementi pescati un po’ qua e un po’ là, e che è molto difficile capire quanti seguaci effettivi abbia, considerando la marea di account fasulli e il fatto che i follower sulle varie piattaforme social vengono attratti sfruttando la loro adesione a QAnon e altro. Ma dopo il successo proprio di QAnon – altra teoria che si sospetta essere un’enorme trollata sfuggita di mano al proprietario di 8kun/8chan Jim Watkins (probabilmente allo scopo di dare visibilità alla sua piattaforma) – stupirsi delle potenzialità di queste assurde teorie è diventato impossibile.

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