I partiti e le grandi manovre sui candidati sindaco

AGI – Grandi manovre nei partiti in cerca di candidati ma anche di alleanze, in vista delle prossime i che tra 4 o 5 mesi (la data indicativa è tra il 15 settembre e il 15 ottobre) porteranno alle urne gli abitanti di oltre 1.300 Comuni.

Tra questi, fulcro dello scontro e per i quali è più che mai necessario trovare ‘la quadra’, le 4 principali città dello ‘Stivale’: Roma, Milano, Napoli e Torino. Ad uscire allo scoperto per primo il centrodestra che, stando a quanto trapela, terrà mercoledì ‘un tavolo’ sulle amministrative convocato su richiesta di Matteo Salvini. La riunione della settimana prossima, secondo quanto si apprende, sarà a livello di responsabili dei dipartimenti Enti locali ma sarà comunque di alto livello. 

A Roma centrodestra e centrosinistra ancora senza candidato

Ancora tutto da fare a Roma dove mancano sia il candidato di centrodestra che quello di centrosinistra. Nel primo campo Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia non hanno ancora accantonato definitivamente l’ipotesi Guido Bertolaso (che però ha ribadito di non essere interessato) in attesa di trovare un punto di incontro su un altro nome.

Sentiero stretto e pieno di asperità invece quello che potrebbe portare Nicola Zingaretti a candidarsi per il Campidoglio. Da alcuni giorni è partito l’ultimo assalto tra i partiti per cercare di convincere il governatore del Lazio ad accettare di correre per Palazzo Senatorio ma l’ex segretario Pd, spiegano fonti qualificate, potrebbe ragionare sulla questione solo qualora ci fosse la garanzia che il suo coinvolgimento in Campidoglio non porterebbe all’uscita del M5s dalla giunta regionale, decretando di fatto la fine della maggioranza nel parlamentino del Lazio. 

Oggi il responsabile Enti Locali del Pd Francesco Boccia ha fornito un assist in questa direzione: “La legge non chiede a un sindaco quando si candida a presidente di Regione di dimettersi, così come lo chiede ad un presidente di Regione. Ci si dimette solo quando si ha un altro incarico”. Ma la strettoia per Zingaretti resta: come fare a candidarsi per il Campidoglio in competizione con Virginia Raggi e chiedere al contempo al Movimento di sostenerlo in Regione. 

A Milano Sala cerca la riconferma

A Milano i candidati in corsa per la poltrona di primo cittadino, al momento sono tre: Beppe Sala, l’uscente in cerca di riconferma, appoggiato dal centrosinistra e liste civiche; Giorgio Goggi, docente del Politecnico, e architetto, in campo per i Socialisti; e Gabriele Mariani, che rappresenta la sinistra radicale.

Mancano all’appello il candidato del centrodestra dopo la rinuncia, resa nota ieri, di Gabriele Albertini, e lo ‘sfidante’ che sceglieranno i 5 Stelle. Il Movimento inizialmente sembrava intenzionato ad appoggiare Sala, ma poi ha chiarito che ‘forse’ potrebbe sostenerlo in caso di ballottaggio, non al primo turno. 

Il ‘personaggio’ in questo momento è però proprio chi si è, apparentemente defilato, ufficialmente per “motivi familiari”. Albertini infatti resta l’unico candidato, nella rosa dei nomi del centrodestra, che potrebbe avere chance di vittoria alle amministrative in un ballottaggio.

Stando a una rilevazione di ‘Eumetra’ intercetterebbe il 50% dei consensi contro il 47% del primo cittadino in carica. E proprio oggi l’ex sindaco in un’intervista ha sottolineato: “Quando avranno scelto il candidato, se me lo chiederanno e se si pensa che io possa essere utile a portare un po’ di acqua al mulino, posso anche concorre con una lista civica. Poi vedremo come si chiamerà, se con il mio nome o con quello del sindaco”. 

A Napoli Pd e M5s punterebbero su Fico

A Napoli ci sono tre candidati a sinistra, l’ex sindaco e ‘governatore’ Antonio Bassolino, in campo nonostante il Pd; l’attuale commissario dell’azienda che gestisce il servizio idrico cittadino, Sergio D’Angelo, ex assessore in una delle giunte di de Magistris; e l’assessore ai Giovani ma anche al personale, Alessandra Clemente, lanciata dal sindaco Luigi de Magistris in continuità con i suoi due mandati.

Pd e M5s invece, insieme alle altre forze del centrosinistra hanno quasi chiuso alleanza e i nomi sul tavolo sono quello di Roberto Fico, il più forte, quello dell’ex ministro Gaetano Anfredi, gradito a Vincenzo De Luca, e quello del sottosegretario Vincenzo Amendola, il meno gettonato.

Ma pesa sulla scelta la decisione nello scacchiere nazionale dei candidati di Roma e Milano e la reciproca poca sintonia tra De Luca e i pentastellati. Inoltre, Iv e altre realtà piccole nella sinistra ieri hanno sottoscritto un documento in cui rifiutano candidature maturate a Roma. Ancora poco chiaro il quadro nel centrodestra. L’unico nome veramente in campo è quello del magistrato antimafia Catello Maresca, ‘allergico’ a una candidatura sotto l’esplicito ombrello dei partiti. FI ha rilanciato Sergio Rastrelli, avvocato e figlio dell’ex presidente della Regione Campania, Antonio, pur non manifestando contrarietà a Maresca.

Grande incertezza a Torino

Incertezza anche a Torino sul ‘dopo Appendino’. Il quadro dei candidati è ancora indefinito e le convergenze sui nomi per l’appuntamento elettorale d’autunno paiono ancora lontane. Saltato l’accordo tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, auspicato da Appendino ma non dai democratici, i pentastellati sono ancora alla ricerca di una figura adatta a guidare Palazzo Civico.

“Noi stiamo costruendo il programma – ha detto Chiara Appendino – siamo presenti sul territorio e insieme a Conte e al movimento nuovo definiremo quella che sarà la road map per le prossime amministrative”.

Ancor più lungo il percorso scelto dal centrosinistra, che ha deciso di svolgere le primarie per la scelta del candidato, dopo la mancata convergenza su un unico candidato. Così, il 12 e 13 giugno, si sfideranno in quattro. Sul fronte della coalizione di centrodestra, il nome in campo è quello di Paolo Damilano, imprenditore, anche se al momento si configura come candidatura civica.

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