Siamo pronti per fare turismo nello Spazio?

I prossimi viaggi di Richard Branson e Jeff Bezos dare il la a un nuovo genere di viaggi. Un passatempo costoso che sta arruolando l’iniziativa di tante startup e imprenditori

Da sinistra, Richard Branson, Jeff Bezos e Wally Funk (foto Virgin Galactic e Blue Origin)
Da sinistra, Richard Branson, Jeff Bezos e Wally Funk (foto Virgin Galactic e Blue Origin)

Luglio è un mese caldissimo per il nascente turismo spaziale. L’11 luglio sir Richard Branson sarà a bordo della sua Vss Unity con altre 5 persone. Mentre il 20 sarà la volta di Jeff Bezos, che con la New Shepard punta ad arrivare più in alto della concorrenza britannica, superando la linea di Kármán (la soglia immaginaria posta a 100 chilometri di altezza oltre la quale per la Fédération Aéronautique Internationale si può dire di essere davvero andati nello spazio). Nell’attesa di queste nuove missioni spaziali, quanto vale il turismo spaziale e quali sono le realtà più interessanti, al di là della triade multimiliardaria Musk-Bezos-Branson?

Quanto varrà il settore del turismo spaziale?

Impossibile dirlo con precisione, ma la gran parte degli analisti concordano nel dire che il valore economico di questo settore, oggi completamente nuovo, crescerà in fretta e diventerà un’industria globale di tutto rispetto nell’arco dei prossimi 10-20 anni.

Secondo il recente report Space tourism global market, il turismo spaziale ha già raggiunto un giro d’affari di 651 milioni di dollari nel 2020. L’attesa è che il valore complessivo cresca fino a 1,7 miliardi entro il 2027, con un tasso annuo di crescita composto (cagr) pari al 152%. Sempre secondo questo report, la parte del leone sarà rappresentata dal turismo suborbitale, che dovrebbe avere un tasso annuo di crescita del 15,6% da qui al 2027, arrivando a valere buona parte del mercato complessivo (1,5 miliardi di dollari). Si prevede che la Cina assorba la maggior parte del giro d’affari, arrivando nel 2027 a 401,6 milioni di dollari, con una crescita attesa del 19,7% annuo nei prossimi sei anni. In Europa la Germania sarà il mercato più appetibile, con un cagr atteso pari a 11,9%.

Colossi e startup

In corsa per lo spazio non ci sono solo i nomi più popolari, come SpaceX di Elon Musk, Blue Origin di Jeff Bezos e Virgin Galactic,  quotata alla Borsa di New York dove il 25 giugno il titolo ha raggiunto il suo massimo storico (55,91 dollari), dopo aver incassato il via libera per il trasporto passeggeri da parte della Federal aviation administration. Nella nascente industria del turismo spaziale troviamo anche molte startup.

Tra queste c’è la Orbital Assembly Corp, una startup americana che vuole sviluppare sistemi di costruzione nello spazio. Tra questi, entro il 2027, la Voyager Station, dotato di gravità artificiale e in grado di ospitare fino a 400 persone, con l’idea che possa fungere anche da albergo. La Voyager Station dovrebbe essere collocata nell’orbita bassa terrestre (la stessa della Stazione spaziale internazionale, Iss) e sarà costruita grazie all’impiego di robot. A fine aprile la Orbital Assembly Corp ha chiuso un primo round di finanziamento online, raccogliendo circa un milione di dollari.

C’è poi Space Perspective, una startup che a fine 2020 ha raccolto 7 milioni di dollari di investimenti iniziali (seed) e che sta lavorando sulla gigantesca mongolfiera Neptune . La Neptune dovrebbe essere in grado di portare 8 persone per volta, chiuse all’interno di una capsula. Primo volo previsto verso la fine del 2024. Ma i biglietti saranno in vendita forse già a fine 2021, al prezzo di 125mila dollari a persona. Una cifra considerevole, ma finora la più economica sul mercato.

Axiom Space è una startup che ha finora raccolto 150 milioni di dollari in diversi round di finanziamento. L’ultimo a febbraio di quest’anno (round B) e pari a 130 milioni. Obiettivo: costruire la prima stazione orbitale privata a scopo sia ricettivo, sia di ricerca. Per questo ha stretto un accordo con la Nasa per aggiungere moduli privati alla Iss. Moduli che diventeranno poi indipendenti dalla stazione internazionale, il cui pensionamento è previsto intorno al 2028. La Axiom Station dovrebbe quindi essere completata entro la fine degli anni Venti. Axiom sarà anche responsabile del primo volo spaziale interamente commerciale diretto alla Iss, previsto per gennaio 2022. La navicella sarà una Crew Dragon di SpaceX e sul volo ci saranno quattro persone, che rimarranno sulla stazione orbitale per otto giorni. L’obiettivo di business nel medio periodo è quello di organizzare voli simili due volte l’anno, creando un regolare flusso turistico.

Infine, vale la pena menzionare anche i tour operator. In questo caso parliamo di Space Adventures, che esiste dal lontano 1998. Questa azienda privata è stata responsabile del volo di Dennis Tito, imprenditore e primo “turista” spaziale, che nel 2001 pagò 20 milioni di dollari per vivere nello spazio poco meno di otto giorni, a bordo della Iss. Attualmente il tour operator sta organizzando un nuovo volo turistico sulla Iss. A bordo ci saranno 4 persone ed è in partenza nel 2023. Il vettore sarà la Crew Dragon di SpaceX. La chicca è che una persona del ricchissimo equipaggio privato potrà fare una camminata nello spazio, diventando così il primo non-astronauta al mondo a provare il brivido di una space walk. Un brivido di certo molto molto costoso.

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