Lo spettro del rinvio a settembre aleggia sulla riforma della Giustizia

AGI – Stop ai lavori della commissione Giustizia della Camera sulla riforma del processo penale: a rimettere in discussione il timing del provvedimento sono gli emendamenti sull’abuso d’ufficio presentati dal centrodestra. Emendamenti ritenuti inammissibili dall’ufficio di presidenza della Commissione. Per questa ragione Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno deciso, da una parte, di chiedere l’allargamento del perimetro degli emendamenti e, dall’altra, hanno presentato un ricorso al presidente della Camera contro l’inammissibilità.

Un doppio percorso che punta allo stesso risultato: far rientrare nella riforma il ridimensionamento del reato dell’abuso d’ufficio. “La decisione dell’ufficio di presidenza della Commissione Giustizia della Camera sull’allargamento del perimetro degli emendamenti sulla riforma del processo penale è stata rinviata. La Commissione tornerà a riunirsi domani”, spiega all’AGI il capogruppo Pd in Commissione, Alfredo Bazoli. “Oggi – riprende – sono stati segnalati gli emendamenti che, in questo modo, sono diminuiti da oltre 2000 a circa 400 e su questi si lavorerà questa settimana, almeno fino a giovedì, nella speranza che la riforma possa approdare in Aula venerdì”.

Un timing tutt’altro che scontato, spiega Bazoli, perchè l’allargamento del perimetro richiesto dal centrodestra, “rischia di far slittare il via libera alla riforma a settembre. A favore dell’allargamento è tutto il centrodestra, il Gruppo Misto è spaccato, e Italia Viva non si capisce cosa voglia fare”, sintetizza l’esponente dem. “Gli unici che sono sicuramente contrari all’allargamento del perimetro sono Pd e M5s”.

Se dovesse passare l’ampliamento del perimetro per gli emendamenti, si tornerebbe infatti a una fase istruttoria, con la riapertura del termine per la presentazione delle proposte di modifica. “Non si riuscirà a portare la riforma in Aula entro il 30 luglio, come programmato. Per questo, come Pd, abbiamo detto anche oggi che siamo fermamente contrari. Chi farà passare l’ampliamento si assumerà la responsabilità di far slittare la riforma a settembre”.

Una prospettiva che, dice Bazoli, non dovrebbe entusiasmare nemmeno i fautori dell’ampliamento che, per vedere rientrare le proposte di modifica dell’abuso d’ufficio, confidano in Roberto Fico e nel ricorso presentato all’ufficio di presidenza della Camera. “Se Fico decidesse che i ricorsi sono ammissibili”, infatti, “cadrebbe la richiesta dell’ampliamento”, osserva ancora Bazoli.

Intanto non si fermano le polemiche fra i leader delle forze politiche di maggioranza. Matteo Renzi è tornato ad accusare Enrico Letta di voler fare il gioco dei grillini a scopo elettorale. “Credo che il Pd debba scegliere se essere il principale e più forte sostenitore dell’esperienza Draghi, partendo dall’assunto che Conte è il più forte avversario di Draghi nella maggioranza, come dimostrano la questione giustizia, la minaccia di dimissioni della Dadone. Se il Pd vuole fare il riformista”, ha spiegato Renzi, “noi stiamo con il Pd, se vuole stare con i Cinque Stelle in logica anti-Draghi staremo da un’altra parte”.

Tuttavia la posizione del Partito Democratico, come emerge anche dalle parole di Bazoli, è nettamente a favore del via libera alla riforma della giustizia nei tempi auspicati dal presidente del Consiglio.

Il Movimento 5 stelle continua a chiedere che reati gravi come quelli di mafia non rimangano impuniti in virtù delle nuove norme sull’improcedibilità e la prescrizione. Una posizione ribadita anche oggi dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Sulla riforma della giustizia sostengo il lavoro che sta portando avanti Conte e sono certo che troverà una soluzione all’altezza delle nostre aspirazioni”, spiega Di Maio: “Bisogna intervenire per evitare il rischio che i responsabili di reati gravi come quelli di mafia rimangano impuniti”.

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