L’iniziativa anti terrorismo delle piattaforme si concentrerà sulle minacce dell’estrema destra

Finora il database condiviso tra le grandi aziende tech era costituito da contenuti di organizzazioni estremiste islamiche come Stato islamico, al-Qaeda e talebani

terrorismo estrema destra
(foto: Unsplash)

L’azione condivisa tra le grande piattaforme tech per combattere i contenuti terroristici online si allarga e prenderà di mira anche il materiale prodotto da suprematisti bianchi ed estremisti di destra.

Fino ad ora, il database del Global Internet Forum to Counter Terrorism (Gifct) – organizzazione indipendente creata nel 2017 – si è concentrato su video e immagini di gruppi terroristici in un elenco delle Nazioni Unite e quindi è stato in gran parte costituito da contenuti di organizzazioni estremiste islamiche come Stato islamico, al-Qaeda e talebani. C’è stata qualche eccezione per incidenti specifici di estrema destra come la sparatoria di Christchurch, in Nuova Zelanda del 2019 .

Nei prossimi mesi, il gruppo aggiungerà manifesti degli aggressori – spesso condivisi dai simpatizzanti dopo la violenza dei suprematisti bianchi – e altre pubblicazioni e collegamenti segnalati dall’iniziativa delle Nazioni Unite Tech Against Terrorism. Utilizzerà gli elenchi del gruppo di condivisione di informazioni Five Eyes, aggiungendo Url, loghi e Pdf da più gruppi, inclusi i Proud Boys – che sono stati designati come un’entità terroristica dal Canada a maggio – i Three Percenters e i neonazisti.

Le piattaforme che possono accedere al database, come Reddit, Snapchat, LinkedIn, Facebook, Instagram, Twitter e Dropbox di Microsoft, utilizzeranno il database per prendere decisioni di moderazione in base alle proprie politiche.

Tuttavia, l’espansione dell’iniziativa sarà limitata e non includerà tutti i contenuti di gruppi come il movimento Boogaloo o QAnon perchè “organizzati in modo approssimativo” secondo le parole della direttrice della programmazione Gifct Erin Saltman.

Le piattaforme tecnologiche sono state a lungo criticate per non essere riuscite a controllare i contenuti estremisti violenti. Le pressioni si sono intensificate dopo l’assalto al Campidoglio il 6 gennaio scorso da parte dei sostenitori dell’ex presidente Donald Trump. Le piattaforme devono però anche se devono affrontare anche preoccupazioni per la censura.

In un’intervista a Reuters Nicholas Rasmussen, il direttore esecutivo di Gifct, ha espresso diffidenza nei confronti dell’eccessiva moderazione, affermando che “l’eccesso di risultati in questo ti porta nella direzione di violare i diritti di qualcuno su internet”.

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