75 estati in bikini

Comparso per la prima volta nell’epoca greco-romana, il costume che diverrà il simbolo dell’emancipazione femminile è stato lanciato da Louis Reard per la prima volta nell’estate del 1946, 75 anni fa

La storia del bikini moderno si lega a Louis Reard, un ingegnere che lavorava nel settore delle automobili, che decise di rilevare l’attività di lingerie della madre. Così, nel luglio del 1946, crea il famoso due pezzi, non a caso ribattezzato con lo stesso nome dell’atollo delle Isole Marshall, nell’Oceano Pacifico, utilizzato dagli Stati Uniti per misurare gli effetti delle esplosioni nucleari. A parere di Reard, infatti, il lancio del bikini avrebbe avuto sul pubblico dell’epoca gli stessi effetti di una bomba atomica.

Di fatto, lo stilista non si sbagliava. Se a livello iconografico le due strisce di stoffa per coprire seno e pube comparivano già al tempo dei romani – come testimoniano, ad esempio, i celebri mosaici della Villa Romana del Casale a Piazza Armerina in Sicilia – l’arrivo sul mercato del due pezzi destò subito scandalo. La presentazione ufficiale avvenne alle Piscine Molitor della capitale francese, di cui vi riproponiamo qualche foto. Per quasi un decennio, però, il bikini fece fatica a spiccare il volo.

Fortemente osteggiato dal Vaticano che lo definiva “peccaminoso” e bandito da Spagna, Portogallo, Italia, Belgio e Australia, con molti stati che lo dichiararono fuori legge fino al 1959, il vero successo dell’indumento arrivò con le dive del cinema. Da Rita Hayworth a Marilyn Monroe, fino a Ursula Andress e Sofia Loren, che nel 1950 vinse il titolo di Miss Eleganza con un due pezzi in raso. Grazie anche a loro, il costume da bagno vive oggi di vita propria ed è declinato in forme, colori e fantasie differenti.

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