Traffico di ossa tra Milano e L’Aquila

(ANSA) – MILANO, 16 SET – Un traffico di ossa umane è stato
individuato dai carabinieri e ha portato all’apertura di
un’inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Milano
che ora, dopo tre anni di indagini, ha archiviato la posizione
di un ingegnere milanese il cui ruolo alla fine è stato
derubricato a “collezionismo” restando fermo un illecito
amministrativo sul possesso dei reperti. Per i giudici, quindi,
non si sarebbe trattato di satanismo, mercimonio di morti o
altro, ma solo di passione scientifica e dilettantistica.
    Le indagini sono scattate dopo l’intercettazione di alcuni
pacchi postali diretti negli Usa e in Svizzera contenenti
teschi, ed erano culminate nella perquisizione dell’appartamento
dell’ingegnere milanese dove erano stati trovati una quarantina
di reperti fra teschi, colonne vertebrali, femori, clavicole
etc. L’uomo li aveva ottenuti da un anatomopatologo di Praga e
anche da un collezionista dell’Aquila.
    Per tutti, comunque è valsa la buona fede di non essere a
conoscenza del fatto che le ossa fossero illecitamente detenute
da chi le aveva spedite, per cui l’ipotesi di reato è stata
archiviata, mentre è rimasto l’illecito amministrativo della
detenzione di ossa umane, che per il regolamento di polizia
mortuaria non possono circolare fuori dai cimiteri, a meno che
non siano destinate a laboratori per studio o ai parenti delle
salme che ne reclamino il possesso. Le ossa sono state
confiscate e portate alla collezione antropologica del
laboratorio Labanof dell’Università degli Studi. (ANSA).
   

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