Quanta plastica galleggia nel Mediterraneo

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(Foto: Brian Yurasits on Unsplash)

Nel Mediterranneo galleggiano più di 3700 tonnellate di plastica. Ma quelle che ci finiscono ogni anno sono quasi 18 mila, la maggior parte delle quali finisce spiaggiata. A stimare la quantità di plastica che abita il nostro mare è oggi uno studio pubblicato su Frontiers in Marine Science. Lo scopo? Capire dove inquina di più, e dove quindi più che altrove sonio necessari interventi di prevenzione e bonifica.

Le stime presentate dal team di ricercatori greci mettono insieme diversi dati. Da una parte, punto di partenza, c’è la plastica che arriva al mare da terra, attraverso impianti di scarico delle città e i fiumi, dall’altra ci sono i venti, le correnti, o l’attività degli organismi marini che ne plasmano il destino. Oltre a ingerirla, gli organismi viventi, possono modificare la quantità di plastica sospesa nelle acque attraverso il fenomeno del biofouling: attaccandosi alla plastica ne determinano il sinking, la fanno affondare. Un fenomeno, come ha spiegato Kostas Tsiaras dell’Hellenic Centre for Marine Research, che pesa soprattutto per le microplastiche (le particelle di plastica con diametro inferiore ai 5mm).

Nel loro studio Tsiaras e colleghi hanno osservato dove si concentrano di più i diversi tipi di microplastiche. Così, se quelle più piccole, sono abbondanti sopratutto lungo le coste di Francia, Spagna e Italia, qulle più grandi (di diametro superiore ai 300 micrometri) si ritrovano sopratutto nei pressi di Grecia e Turchia. Sempre la Turchia, insieme alle coste albanesi, algerine, all’Egeo orientale e alla zona del Levante sono le zone a maggior presenza di macroplastiche, zone ricche di sbocchi fluviali, comprese quelle del Po, del Nilo o del Vardar scrivono gli autori. Il Mediteraneo Orientale, insieme all’Algeria, all’Adriatico, e alle zone francese e spagnole, sono anche quelle più interessate dallo spiaggiamento di rifiuti plastici di grandi dimensioni (maggiori di 20 cm). La conferma che arriva dallo studio in generale è che le aree più inquinate dalla plastica siano quelle che si trovano a ridosso delle zone più popolate.

“Questi risultati possono essere utilizzati per identificare importanti aree ecologiche (come aree protette…) o importanti servizi commerciali (come sistemi per acquacoltura e pesca) potenzialmente minacciati dall’inquinamento della plastica – si legge nelle conclusioni – E soprattutto questi modelli potrebbero essere utilizzati, tramite simulazioni, per valutare l’impatto di azioni di bonifica e piani di gestione per mitigare il problema dell’inquinamento da plastica”.

Riferimenti: Frontiers in Marine Science

Credits immagine: Brian Yurasits on Unsplash)

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