Ricerca: nuovo dispositivo biomedico per lesioni spinali

(ANSA) – TRIESTE, 11 NOV – Un’innovativa tecnica di
elettrostimolazione del Laboratorio Neurofisiologia e
Neurofarmacologia Applicate Area Neuroscienze di SISSA, guidato
da Giuliano Taccola e sito nell’Ospedale Gervasutta di Udine sta
per trasformarsi in un prodotto del mercato biomedico grazie a
un accordo con l’azienda statunitense SpinEX, che opera
nell’ambito dei dispositivi biomedicali di neuro-modulazione.
    Taccola ha sviluppato una tecnica di elettrostimolazione in
grado di facilitare l’attività dei circuiti neuronali del
midollo spinale per il recupero funzionale motorio e autonomico
in coloro che hanno subito una lesione spinale.
    Partendo dal problema clinico, durante tre anni di ricerche
all’estero finanziati dall’Unione Europea, la nuova tecnica ha
avuto una applicazione pratica in un dispositivo che ne rende
possibile l’utilizzo per ricercatori clinici e aziende che si
occupano della cura delle persone con disturbi neuromotori. Nel
laboratorio SISSA-IMFR nel 2009, grazie anche a un contributo
della Regione Fvg, la ricerca prosegue e i risultati vengono
pubblicati nel 2011 sul Journal of Neurophysiology; poi negli
Stati Uniti viene sperimentato il nuovo approccio di
neuromodulazione in modelli preclinici, fino alla realizzazione
delle prime ‘interfacce di stimolazione’ nate grazie all’apporto
dell’Università della California a Los Angeles (UCLA) e
Università della California del sud (USC) con il finanziamenti
europei Marie Sklodowska Curie. Grazie a un team internazionale
organizzato attorno al Dott. Taccola si sviluppa una tecnologia
che viene recentemente brevettata ed è in licenza alla Società
SpinEX per la produzione di dispositivi da mettere in commercio
che avranno applicazione nel trattamento di numerosi disturbi
neuromotori. Un percorso durato dieci anni che Taccola
sintetizza così: “Questo risultato dimostra che la ricerca di
base può essere orientata alla risoluzione di problemi clinici e
merita di ricevere risorse ed ospitalità nei luoghi di cura per
esplorare approcci rivoluzionari rispetto ai trattamenti
correnti”. Il desiderio del ricercatore è “vedere, nel prossimo
futuro, questo dispositivo nelle palestre cliniche del
Gervasutta, vicine al Laboratorio SISSA” (ANSA).
   

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